Il rifacimento di otto strade, la manutenzione di un’antenna e poi la messa in sicurezza di una parte di collina a rischio frana. Sono questi gli interventi che il ministero della Difesa italiano, a maggio scorso, ha chiesto di autorizzare all’interno della base militare di Niscemi, lì dove sorge il Muos. Dietro alla richiesta del governo italiano, così come in passato, ci sono le istanze della marina militare statunitense. A darne notizia è il comitato No Muos che, insieme a Legambiente, ha riportato l’attenzione sul discusso sito, già al centro di una lunga querelle giudiziaria e al momento oggetto di un processo per reati ambientali. In quanto l’area in cui sono state edificate le antenne fa parte della zona A di una riserva naturale.
«Siamo recentemente venuti a conoscenza di una nuova richiesta di autorizzazioni da parte della marina Usa tramite il ministero della Difesa italiano, per la realizzazione di manutenzione straordinaria dentro la base – si legge in una nota degli attivisti -. La richiesta, avanzata nel maggio scorso, è stata inoltrata agli uffici della Regione Siciliana e al Comune di Niscemi per le rispettive competenze. Esattamente come undici anni fa, quando il ministero della Difesa italiano inoltrò le richieste di autorizzazione delle parabole Muos, i cittadini non sono stati informati dei progetti presentati».
Gli attivisti puntano il dito anche contro il sindaco di Niscemi Massimiliano Conti. «L’amministrazione comunale di Niscemi, non solo pare non abbia informato nessuno, ma non ha nemmeno mai risposto alla nostra richiesta di accesso agli atti inoltrata e protocollata ormai più di quindici giorni fa», prosegue la nota. A essere state coinvolti nel recente passato e a doversi esprimere sul Muos sono tutte le parti politiche a vario livello. «Nonostante le richieste autorizzative siano partite dal precedente governo a guida Pd, a pochi giorni dalla scadenza del proprio mandato, attualmente il ministero proponente è retto da Elisabetta Trenta, in quota M5s. Ancora nessuna parola è stata spesa dal partito di Di Maio sul Muos, nonostante le promesse gridate in campagna elettorale di smantellamento immediato delle parabole e della base tutta». Un attendismo che, unito alle recenti dichiarazioni in merito ad altre infastrutture fortemente osteggiate dalle popolazioni locali, non prometterebbe nulla di buono. «Dopo i recenti voltafaccia del governo nei confronti dei movimenti No Tav e No Tap, il ministero della Difesa italiano ancora una volta ha accettato la servitù militare senza battere ciglio e il gruppo politico di turno al potere ha usato le speranze No Muos dei cittadini siciliani per accaparrarsi voti», denuncia il comitato.
Sullo sfondo resta il convincimento da parte degli attivisti che l’interesse a mantenere buoni rapporti con gli Stati Uniti resti predominante. «Per far contento l’alleato americano niente è impossibile. Al di là della legge, del diritto e del buon senso. Per questo- conclude la nota – sarà compito dei comitati, del movimento e dei cittadini vigilare e fare pressione».
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