Muos, in 500 per l’escursione alla Sughereta Governo dichiara sito d’interesse strategico

È stata un’altra giornata di festa ieri al presidio contro il Muos, il sistema di antenne militare in costruzione nella base americana di Niscemi. Complice il bel tempo, circa 500 persone hanno partecipato al No Muos Trekking, la passeggiata all’interno della riserva naturale della Sughereta, area protetta perché rimasta una delle poche dell’isola dove sopravvivono numerose piante di sughero. Festa rovinata dalle parole di oggi del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri che ha annunicato che il Muos diventa «sito di interesse strategico per la difesa militare della nazione e dei nostri alleati».

La notizia è stata già comunicata formalmente al presidente della Regione Rosario Crocetta. Di conseguenza, ha annunciato il governo, «non sono accettabili comportamenti che impediscano l’attuazione delle esigenze di difesa nazionale e la libera circolazione connessa a tali esigenze, tutelate dalla Costituzione». Una tegola pesantissima sui comitati No Muos e sul presidio permanente che dal 22 novembre è attivo davanti alla base miliare di Niscemi. Ma anche un ostacolo apparentemente insormontabile per la Regione per cui adesso sarà molto complicato ritirare le autorizzazione per il cantiere.

L’escursione di ieri, quando ancora la notizia non era stata resa pubblica, si è svolta in un clima di festa. Organizzata grazie alla collaborazione di diverse associazioni ambientaliste della Sicilia sud-orientale, è stata anche l’occasione per i comitati sparsi ormai in tutta l’isola di riunirsi e discutere le nuove iniziative in vista dei prossimi incontri a Palermo con l’assessore regionale all’Ambiente, Mariella Lo Bello.

Il serpentone umano è partito dallo stadio comunale di Niscemi e si è diretto verso il presidio permanente, che dal 22 novembre è attivo in contrada Ulmo, di fronte all’ingresso della base militare americana. Dopo una pausa ristoratrice durante la quale sono stati divisi biscotti, the caldo e alloro, la passeggiata è proseguita nel cuore della sughereta e si è fermata sul promontorio che sorge alle spalle della base, da dove è possibile scorgere il cantiere del Muos e dove da tempo sono già visibili le tre grandi antenne che aspettano l’arrivo di una speciale gru per essere sollevate. Quindi l’escursione si è conclusa sotto una quercia secolare che si trova in contrada Pisciotta. «È stato un grande cammino condiviso per la pace, la salvaguardia del nostro territorio e la difesa della salute di noi tutti», commentano gli organizzatori.

Domani pomeriggio nel frattempo il Muos sarà all’ordine del giorno della seduta dell’Assemblea regionale siciliana, grazie alla mozione presentata dai parlamentari del Pd Fabrizio Ferrandelli, Mario Alloro, Maria Leonarda Maggio e Bruno Marziano, dal titolo: «Iniziative per impedire l’installazione del sistema militare Muos presso la base militare di Niscemi». A tal proposito il coordinamento regionale riunitosi ieri ha ribadito la richiesta a tutti gli attivisti di «avvicinare» i deputati di riferimento. «Da giorni – scrivono in particolare in una nota i membri del comitato di Modica – i comitati No Muos sono in contatto con diversi deputati a cui stanno fornendo materiali cartacei integrativi per spingere governo regionale e nazionale a deliberare una moratoria sul Muos». Un nuovo incontro con l’assessore Lo Bello è previsto per questa settimana, forse giorno 10. «In quell’occasione – spiega Fabio D’Alessandro, del comitato di Niscemi – porteremo gli ultimi documenti che, dopo quattro anni dal momento della nostra prima richiesta, il Comune di Niscemi ci ha fornito in merito alle autorizzazioni per il Muos».

Inoltre gli attivisti intendono verificare se, con lo scopo di bloccare il cantiere, è possibile far valere la nuove linee guida regionali per il contrasto alle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, approvate dal precedente governo Lombardo con decreto legge del 5 settembre e pubblicate lo scorso 21 dicembre sulla Gazzetta ufficiale. In particolare le nuove disposizioni abbassano i limiti di esposizioni alle frequenze. Ma nel decreto è precisato che le linee guida «non sono applicabili ad ambiti aventi scopi diagnostici, terapeutici e militari». «Chiediamo all’assessore di specificare cosa rientra in ambito militare – spiega D’Alessandro – Nel caso del Muos, è vero che le onde partono da una struttura militare ma interessano anche tutto il territorio circostante».
Strategia e richieste che adesso dovranno essere rivalutate alla luce della decisione del governo di dichiarare il Muos sito d’interesse strategico nazionale. Un annuncio che porta la battaglia dei comitati nuovamente all’anno zero.

[Foto di Andrea Scarfò Narrazioni fotografiche, Lipu Niscemi e No Muos]

Salvo Catalano

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