È stata l’autopsia sul corpo di Eugenio Vinci, il manager 57enne originario di Sant’Agata di Militello (Messina) morto ieri mentre si trovava in vacanza in Croazia, a chiarire che si è trattato di una intossicazione da monossido di carbonio.
L’imprenditore si trovava nel paese dei Balcani insieme alla compagna, ai due bambini di undici e cinque anni. Con loro in vacanza anche il sindaco del centro del Messinese Bruno Mancuso, sua moglie e un’altra coppia di adulti. Il gruppo aveva preso in affitto uno yacht da un’agenzia che si trovava fermo nel porto dell’isola di Hvar. «Noi adulti siamo ancora ricoverati in ospedale ma stiamo bene – dichiara a MeridioNews il primo cittadino di Sant’Agata di Militello – e, dopo l’ultima visita, ci hanno detto che dovrebbero dimetterci tra un’oretta».
Restano critiche, invece, le condizioni dei due bambini che sono ricoverati in Rianimazione. «Per loro, i medici non hanno ancora sciolto la prognosi – continua Mancuso – e le loro condizioni vengono definite stabili». Dopo la notizia della morte del noto manager siciliano, si era subito parlato di una intossicazione. «Adesso, dopo l’autopsia di Eugenio è stato escluso che possa essere stato quello che abbiamo mangiato a cena».
Il gruppo composto da otto persone, aveva consumato un pasto a base di cozze e molluschi in un noto locale del posto. «Dopo cena – ricostruisce il sindaco – siamo tornati sulla barca. I due che non hanno avuto nessuna conseguenza non sono rientrati subito in camera, ma sono rimasti un po’ sul ponte». Lui e la moglie e anche la famiglia Vinci tornano, invece, nelle stanze. «Siamo stati come narcotizzati da questo gas, probabilmente quello dell’impianto di condizionamento – racconta – Eugenio probabilmente si è alzato perché stava male e ha provato a vomitare ma è caduto, forse svenuto». Sono circa le 10 del mattino quando la coppia che non è stata male, insospettita dal fatto di non vedere movimenti sulla barca, lo trova nel bagno, morto dopo avere sbattuto la testa nella vasca.
«Gli altri tre adulti – continua il sindaco – ci siamo svegliati anche se eravamo storditi, invece i bambini anche al mattino non erano coscienti, come in uno stato di coma. Abbiamo chiamato i soccorsi che, fortunatamente, sono arrivati presto. I primi due giorni in barca è andato tutto bene. Sono cose che non dovrebbero mai succedere ma, adesso – conclude Mancuso – bisogna capire cosa non ha funzionato con molta probabilità nell’impianto di condizionamento e, se alla base, ci sia una scarsa manutenzione del mezzo che avevamo preso in affitto».
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