Migranti, malati di scabbia ad Augusta e Pozzallo Ministero Sanità: «Patologia diffusa pure in Italia»

«Non c’è nessun allarme: la scabbia è una patologia che viene curata immediatamente, all’arrivo dei migranti sulle banchine del porto. La varicella, invece, è una semplice malattia esantematica che gira, a prescindere dall’arrivo in Italia degli stranieri». A ribadire per l’ennesima volta che non esiste un rischio sanitario causato dagli sbarchi di migranti è Claudio Pulvirenti, medico del ministero della Sanità e capo della task force che gestisce l’approdo in Sicilia e Calabria delle imbarcazioni che trasportano chi sopravvive alle traversate del mare. In 361 sono sbarcati questa mattina a Pozzallo e in 675 sono arrivati ieri ad Augusta. Su un migliaio di migranti, sono circa 200 quelli che sono stati messi in isolamento. «La procedura per la scabbia è molto semplice: li spogliamo, li laviamo, dove ci sono le ferite li cospargiamo di una pomata medicinale e diamo loro dei vestiti puliti — spiega Pulvirenti — La prima fase della profilassi è conclusa. Basterebbe un secondo trattamento per completare la guarigione, ma purtroppo dopo vengono trasferiti nei centri di prima accoglienza e a quel punto noi perdiamo le loro tracce. La responsabilità passa alle prefetture e alle aziende sanitarie provinciali».

«Le condizioni degli ultimi arrivati sono buone, non posso definirle ottime per via di tutto quello che hanno passato», racconta il funzionario ministeriale. A essere sbarcati nel porto pozzallese nella mattinata di oggi sono 264 uomini, dieci minori e 67 donne. Otto delle quali incinte. Vengono da Eritrea, Somalia, Sudan e Bangladesh. E si aggiungono alle sette centinaia di persone approdate nella giornata di ieri nel porto augustese. «Viste le condizioni igienico-sanitarie incredibili a cui sono costretti questi uomini e queste donne, non stupisce che possano essere attaccati da un parassita come quello che causa la scabbia e che si contagia dal contatto con la pelle», afferma il medico. Per questo motivo, già dal momento in cui mettono piede in Italia vengono accolti da un team di professionisti del ministero della Sanità. «Gli ospedali non hanno le strutture adeguate per farli stare in isolamento. Con loro collaboriamo nel caso dei soggetti sospetti infettivi: per intenderci, quelli con la febbre — dice — In questa tornata ce n’erano solo due o tre». Secondo quanto riportato da fonti giornalistiche, però, sarebbero a decine i casi sospetti di varicella individuati ad Augusta: «Sono stati isolati anche loro, ma solo per una questione di cautela. Consideriamo che viaggiano per giorni, sotto il sole caldo di questi giorni, e che le condizioni in cui affrontano il viaggio possono falsare in peggio la diagnosi iniziale». Per confermarla o, più probabilmente, smentirla, serviranno un paio di giorni: quelli necessari per i risultati delle analisi del sangue.

«A ogni modo, anche se non c’è nulla da temere, francamente dubito che si tratti di varicella», azzarda Claudio Pulvirenti.  «Abbiamo avuto modo di verificare che in Tunisia e Libia, per esempio, la percentuale di bambini vaccinati contro le malattie esantematiche è altissima». In ogni caso, la varicella non sarebbe certamente un virus da temere. «Finora, per la verità, non ci sono stati casi che ci abbiano preoccupati — conclude il medico — Catania è attrezzata, la nostra macchina organizzativa regge bene e lo standard di assistenza è eccellente, almeno nelle fasi iniziali del loro arrivo. Cala in quelle successive». Ma con l’estate ormai alle porte quello che si fa adesso potrebbe non bastare più: «Stiamo riorganizzando l’accoglienza, il lavoro da fare è enorme». 

Luisa Santangelo

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