Michele Placido, un ritorno da vero mattatore Recita e canta i «classici» del nostro tempo

Michele Placido sarà il mattatore assoluto di domani sera, (21 dicembre), all’interno della rassegna «Palermo Sud Festival». Il famoso attore pugliese sarà protagonista de «Il Sud. Una passione», una rilettura di alcuni fra i più grandi scrittori, poeti e drammaturghi meridionali come Eduardo De Filippo, Salvatore Di Giacomo e Raffaele Viviani, in scena alle 21.30 nell’atrio Palazzo delle Aquile.

Placido interpreterà anche poesie e monologhi di Pablo Neruda, Dante, Eugenio Montale e Gabriele D’Annunzio. Ma il suo sarà un vero e proprio recital a tutto tondo, dove alle parole e alla recitazione si affiancherà la musica, con le più belle canzoni del repertorio napoletano affidate a Gianluigi Esposito e al suo musicista Antonio Saturno.

L’artista fa ritorno a Palermo dopo che, nello scorso giugno al Teatro di Verdura, si rese protagonista di una magica interpretazione di «Federico II di Svevia» e del suo monologo allo specchio in cui ne ripercorreva gesta, pensieri e passioni. Con alle spalle 4 David di Donatello e un Orso d’Argento al Festival di Berlino, Placido è considerato uno dei più importanti attori e registi del nostro paese.

Il suo debutto nel mondo artistico è datato nel 1970 quando recitò nella trasposizione teatrale de «L’Orlando Furioso» di Ariosto di Luca Ronconi, mentre al cinema incontra il primo grande successo di pubblico nel 1974, a fianco dell’indimenticabile Ugo Tognazzi e di una giovanissima Ornella Muti, nel film «Romanzo popolare» di Mario Monicelli.

Collabora poi con alcuni dei più apprezzati e geniali maestri della «Settimana Arte», come Giuliano Montaldo («L’Agnese va a morire», 1976), Sergio Citti («Casotto», 1977), Pasquale Squitieri («Corleone», 1979) e Damiano Damiani, a cui sarà legato da un particolare sodalizio recitando in «Un uomo in ginocchio» e «Pizza Connection».

Proprio il tema della mafia segna la svolta artistica per Placido, e la sua affinità con la Sicilia, imponendosi al grande pubblico televisivo con la serie «La Piovra» fra il 1984 e il 1989, nei panni del commissario Corrado Cattani, con «Mery per sempre»«Giovanni Falcone, Un eroe borghese, Un uomo perbene». Nella sua filmografia sono diventanti un «cult» il ruolo di Silvio Berlusconi ne «Il caimano» di Nanni Moretti e la regia di «Romanzo Criminale» con cui ha rispolverato in Italia il genere del noir-poliziesco, ricollegandosi idealmente alla grande tradizione degli anni Settanta.

Fabio Geraci

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