Non si sono fermati un attimo gli investigatori della squadra mobile che da ieri mattina stanno indagando sulla duplice gambizzazione ai danni di due ambulanti sul viale Giostra. E adesso a coordinare le attività investigative è la Direzione distrettuale antimafia. La sostituta Maria Pellegrino ha aperto il fascicolo su quella che gli investigatori ritengono non sia stata una semplice spedizione punitiva.
Hanno ascoltato possibili testimoni e anche persone che potrebbero essere a conoscenza dei motivi che stanno dietro il ferimento di Gaetano e Paolo Arrigo. I due sono rispettivamente padre e fratello di Angelo Arrigo, che il 29 aprile è stato anche lui gambizzato con due colpi di fucile calibro 12. Si stanno valutando possibili collegamenti tra i due fatti di sangue, in primis si cerca di capire se l’arma che ha sparato sia la stessa in entrambi i casi. Il calibro è uguale, la potenza pare la stessa. Basta pensare che nella gambizzazione di aprile i colpi sono stati esplosi a distanza così ravvicinata da provocare ferite talmente profonde che i medici non hanno potuto salvargli la gamba. Ieri i pallettoni esplosi dal fucile calibro 12 hanno attraversato la carreggiata del viale Giostra e si sono conficcati contro il fanale anteriore destro di una Opel Corsa e contro il deflettore di una Smart parcheggiata dall’altro lato della strada, cioè dalla parte opposta a dove si trovava la bancarella di frutta e verdura dei due ambulanti rimasti feriti.
Il più grave è Gaetano Arrigo, il padre, che ieri è stato operato al Papardo per estrarre un pallettone che era rimasto nella gamba destra. I medici hanno preferito non sciogliere la prognosi sulle sue condizioni. Trenta invece i giorni per il figlio Paolo che è stato colpito solo di striscio. Il più anziano degli Arrigo è l’unico incensurato, mentre i due fratelli hanno precedenti per droga. E una delle piste seguite dagli investigatori è proprio il traffico di stupefacenti a Messina. Forse i fratelli Arrigo hanno pestato i piedi a qualcuno.
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