Il migliore acquisto per il Palermo, nella mente di Rino Foschi, ha un nome che inizia con la lettera ‘g’. Si chiama gruppo. Obiettivo al quale sono subordinate tutte le operazioni, sia in entrata che in uscita, che sta portando avanti il responsabile dell’area tecnica rosanero. «Anche se siamo ancora incompleti – ha sottolineato il dirigente romagnolo arrivato al ritiro di Sappada – vogliamo costruire un gruppo, compresi i nuovi innesti, che faccia divertire i palermitani e che possa andare in giro per la città a testa alta». Acquisti e cessioni saranno mosse funzionali alla costruzione di un collettivo che abbia unità di intenti e che dia il massimo per disputare un campionato all’altezza delle aspettative: «Diversi giocatori hanno espresso la volontà di cambiare aria e di giocare in serie A ma cederli non sarà facile – ha spiegato Foschi – io, in ogni caso, non regalo nessuno. Vale per Nestorovski, che è un giocatore del Palermo, e anche per Rispoli, giocatore in scadenza di contratto (il 30 giugno 2019, ndr) e per noi molto importante anche per un certo tipo di gioco. Ci sono alcuni giocatori che sono scontenti, delusi dall’epilogo della passata stagione, ma andranno via solo a determinate condizioni e se, magari con il loro aiuto, si troverà una soluzione che vada bene pure al Palermo. Io vorrei confermare il più possibile l’attuale organico al netto delle cessioni di La Gumina e Coronado che andavano fatte anche per fare cassa. L’obiettivo è quello di costruire un gruppo unito, che abbia quella voglia ed intensità necessarie per fare bella figura».
Non sarà facile cedere ma, nello stesso tempo, per Foschi sarà complicato anche perfezionare gli acquisti dei giocatori finiti nel mirino: «Gli attaccanti Puscas e Di Carmine? Non piacciono solo a noi. Sono operazioni difficili anche perché vanno comprati dato che le società proprietarie dei loro cartellini li cedono solo a titolo definitivo. Vediamo che succederà. Certamente ci vuole pazienza, magari da fuori si ha la percezione che le cose stanno andando a rilento ma non è così. Stiamo lavorando con calma e serenità, consapevoli che per portare a termine determinate operazioni i tempi non sono brevi e che non è affatto facile arrivare subito agli obiettivi di mercato che ci siamo prefissati». Il cammino è stato tracciato e sarà orientato dalla presenza di alcuni paletti: «Non mi interessa il caso Parma e non prenderò giocatori che si stanno liberando a parametro zero da Bari e Cesena (entrambe scomparse dalla serie B, ndr), società quest’ultima nella quale ho lavorato fino a poco tempo fa e che ha avuto problemi che partono da lontano. Prendere giocatori da questi due club è un qualcosa che non mi sento di fare. E poi sarà fondamentale ridurre i costi. Tagliare gli stipendi più pesanti diventa una necessità in un momento peraltro molto delicato in cui – e lo abbiamo visto – si rischia anche di essere radiati».
Possibile invece, a proposito di movimenti in entrata, il ritorno di Dawidowicz: «Mi piacerebbe portarlo a Palermo. Sul giocatore, per il quale non è stato esercitato il diritto di riscatto, ci sono però altre società. Brignoli e Salvi? Siamo a buon punto. In ogni caso, acquisti e cessioni numericamente si bilanceranno». Pur viaggiando a fari spenti, Foschi ha le idee chiare. Dovrà dare una fisionomia ad una creatura che ancora non può definirsi ‘squadra’ e che, sul piano psicologico, deve ancora smaltire le scorie legate all’andamento del ritorno della finale playoff con il Frosinone: «Quella partita, che ho seguito con partecipazione dopo la gioia per la salvezza conquistata sul campo con il Cesena, è stata una mazzata un po’ per tutti. Sono ancora molto amareggiato e mastico amaro per il fatto che una squadra come il Palermo, che ha disputato un buonissimo campionato, non è in A. Tra la serie A e la permanenza in B c’è da tutti i punti di vista una grossa differenza».
Rinverdire i fasti del passato è una delle mission del ‘nuovo’ responsabile dell’area tecnica del club di viale del Fante: «In questo momento non sono nelle condizioni di prendere i campioni che ho portato a Palermo nel 2007 o 2008 ma nella vita non si sa mai. Spero di potere rivivere le emozioni di un tempo e di riportare entusiasmo. Ho visto in tv la gara con il Frosinone e il Barbera di nuovo pieno mi ha fatto una bellissima impressione. Sarò anche nostalgico e avanti con l’età ma lavoro affinché possano ripresentarsi gli scenari di un tempo. Zamparini, con il quale in passato ho avuto anche delle discussioni, rappresenta la proprietà ed è una persona che mi ha dato tanto. Gli sono riconoscente e ho per lui un rispetto che va al di là della mia carica professionale. Sono di nuovo qui anche per questo».
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