Andare al mare con gli amici è bello, ma fate attenzione che non abbiano quattro zampe. Le spiagge siciliane sono interdette ai cani e a qualsiasi altro animale, e non importa che stiano al guinzaglio o si limitino ad attendere diligentemente che usciate dall’acqua. A dirlo è un decreto del 2007 della Regione siciliana, che all’articolo riguardante l’utilizzo delle spiagge e delle zone balneari, tra i divieti, prevede quello «di transito, sosta e bagno di cani e altri animali al di fuori degli spazi attrezzati» ad accoglierli. E poco importa se di spiagge con aree dedicate ai cani ce ne siano pochissime. Le multe arrivano lo stesso.
Una legge poco conosciuta e altrettanto applicata, che prevede anche l‘impossibilità di fare giochi che possono arrecare danno alle persone, con l’utilizzo di «palloni, tamburelli, frisbee», negli scorsi giorni è stata rispolverata a Fondachello di Mascali, dove cinque persone sono state multate dalla Capitaneria di porto per aver portato in spiaggia il proprio cagnolino. Duecento euro da pagare entro sessanta giorni, pena un aumento fino a mille euro. A renderlo noto è Aidaa, l’Associazione italiana difesa animali e ambiente. «Nel verbale elevato dal personale della capitaneria di Porto si legge che è stata elevata la multa semplicemente “per aver condotto il proprio cane in spiaggia”. Si tratta di un assurdo senza precedenti per quella spiaggia», denuncia il presidente nazionale Lorenzo Croce. Tra i cani inconsapevolmente complici del reato, anche un pincher di meno di due chili.
Tuttavia, al netto dei giudizi di merito, le sanzioni sarebbero state comminate in mancanza di adeguata informazione per i bagnanti. Nello specifico, il cartello riportante i divieti non sarebbero stati sufficientemente visibili, ma soprattutto carenti di riferimenti alla normativa. «Lo si vede dalle foto che ci hanno inviato – spiega Croce a MeridioNews -. Il cartello è oscurato da un palco, ma soprattutto non riporta alcuna indicazione relativa alla legge che bisogna rispettare». Ed è per questo che i bagnanti, dopo aver fatto inserire il rilievo nel verbale, hanno deciso di fare ricorso contro la multa.
Dalla Capitaneria di porto, intanto, confermano la validità della norma. «Risale a nove anni fa, fare quel genere di controlli rientra tra i nostri compiti. Se anche giocando a pallone si può essere puniti? Beh sì, la legge parla chiaro: se lo si fa arrecando danno agli altri bagnanti, si può incorrere nella sanzione», commentano dalla sala operativa.
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