Marino: “L’antimafia degli industriali è millanteria”

DURO COLPO AI PROFESSIONISTI DELL’ANTIMAFIA CHE VOGLIONO GOVERNARE SENZA AVERE UN VOTO

La condanna è di quelle pesanti. Non tanto perché arriva da un ex assessore, ma perché Nicolò Marino, è un magistrato.  Nella sua intervista a LiveSicilia, l’uomo che ha osato ostacolare i piani di Confindustria Sicilia (soprattutto nel settore dei rifiuti) e che, con ogni probabilità, proprio per questo è stato estromesso dalla Giunta Crocetta,  non risparmia particolari:

“Non ho mai condiviso, né a Caltanissetta da magistrato, né qui da assessore l’ingerenza di Montante e Lo Bello sul governo regionale. Un esempio lampante è il caso di Alfonso Cicero. In quel caso Crocetta non può liquidare la questione sulla richiesta di risarcimento chiesta dalle ex Asi alla Regione dicendo: ‘la risolvo io in 48 ore’. Innanzitutto perché Cicero non dovrebbe nemmeno stare lì:le sue qualità professionali non sono rilevanti” dice Marino al quotidiano online.

E ancora: “Cicero fa parte di Confindustria. E l’organismo che doveva verificare la legittimità della costituzione in giudizio delle Asi contro la Regione è quello delle Attività produttive. Che guarda caso è guidato da Linda Vancheri, anche lei espressione di Confindustria. E, per ultimo, chi è l’avvocato che chiede i danni alla Regione? Antonio Fiumefreddo, che oggi, guarda caso, è assessore. Nonostante Crocetta l’avesse più volte criticato. E nonostante lo stesso governatore avesse subito, dal nuovo assessore, repliche pesantissime. Sulla scelta di nominare Fiumefreddo in giunta non riconosco più Rosario Crocetta. E poi, anche questo ovviamente sarà un caso, Fiumefreddo che, anche attraverso i giornali da lui controllati, attaccava pesantemente Confindustria, adesso ha smesso, ha cambiato atteggiamento”.

Insomma, l’assessore Marino ha toccato i fili dell’alta tensione. Ribadendo quello che aveva già denunciato durante i suoi mesi al governo e confermando la pesante ingerenza degli industriali siciliani di Montante sulla cosa pubblica, nel nome della propaganda antimafia.  Cosa che, come giornale, abbiamo sempre detto, suscitando l’ira di Confindustria Sicilia, che ha raggiunto l’acme quando le nostre denunce sono state riprese dal Fatto quotidiano. Ce ne faremo una ragione.

Dove sta la vera antimafia? Chiede il giornalista di LiveSicilia:

“Certamente non tra gli industriali siciliani. Lì la lotta per la legalità è solo una millanteria. E purtroppo, ormai, è una finzione anche nell’operato di Crocetta” risponde Marino.

E ancora: “Negli ultimi tempi vedo un proliferare di pallottole e teste di agnello. Che casualmente saltano fuori in momenti di difficoltà. Ma se ho capito qualcosa di Cosa Nostra, di fronte a questi fatti possiamo anche dormire tranquilli”.

Ce n’è anche per Patrizia Monterosso: “Ritengo inaccettabile la scelta di Crocetta di tenerla al suo posto dopo la recente condanna della Corte dei Conti, considerata anche la necessità per un rappresentante delle istituzioni non solo di essere “terzo”, ma anche di apparirlo. Nessuna logica, nessun accordo politico potrebbe mai giustificare il mantenimento in quel ruolo del segretario generale. Mi auguro quindi che alla base non ci sia nessun’altra forma di condizionamento”.

Insomma le dichiarazioni di Marino, in quanto magistrato, sono destinate a lasciare un marchio indelebile su Crocetta e sui professionisti dell’antimafia che pensano di potere controllare le istituzioni pubbliche.

E ora Catanzaro chiede 1,6 milioni all’assessore Marino per diffamazione…
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Il Fatto: “Confindustria Sicilia occupa il potere in nome della legalità”

 

 

Redazione

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