Magma, niente crisi del settimo anno

La settima edizione di Magma, il festival internazionale di cortometraggi, ha da poco chiuso i battenti. E, in barba alle scaramanzie, il settimo anno non è stato segnato da nessuna crisi, anzi è andato tutto a gonfie vele tra ospiti internazionali. come il presidente di giuria Gerrit Van Dijk e la compagna Cilia, improvvisate strambe – l’irruzione di un “cammello vivente” in sala durante le proiezioni (quattro gambe spuntavano da quel grottesco abito) – e, su tutto, una interessante selezione di corti.

Molto apprezzata e coinvolgente per i più piccoli è stata la sezione Giro Giro Corto– mostra di cinema piccolo che ha aperto la rassegna il 9 e 10 settembre nell’Aula Magna dell’Istituto tecnico industriale Ferraris. Tra i 14 corti per ragazzi, realizzati dai giovani di tutta Italia, sono stati premiati per la categoria Junior gli alunni della classe terza della scuola primaria Don Lorenzo Milani di Catania, con il corto Lettera al sindaco, mentre, per la categoria Ragazzi, i vincitori sono stati gli alunni del liceo scientifico Boggio Lera (Catania) con Dettagli di tempo.

Bisogna registrare il successo di pubblico per la proiezione delle trentasei opere in Concorso. Nonostante il giorno infrasettimanale, giovedì 11 il Multisala Margherita di Acireale (370 posti) ha registrato il tutto esaurito. Gli spettatori si sono mostrati partecipi e attenti, indice di una selezione di corti piuttosto varia e capace di accontentare tutti.

Soddisfatti gli organizzatori: “Siamo contenti. Siamo tanti, tutti convinti del lavoro che porta alla realizzazione di Magma. E la presenza di tutta questa gente interessata al festival ci convince a fare sempre meglio”. Certo la partenza dopo un anno di preparativi non è mai troppo semplice ma un festival – sottolineano – è una cosa che vive di vita propria: una volta che il meccanismo è entrato in funzione gli elementi vanno al loro posto perché sono stati studiati nel dettaglio durante tutti i mesi di preparazione”.

La Settimana del cinema breve è stata arricchita anche da altri eventi come gli appuntamenti pomeridiani al locale Bambuddha, dove in un’atmosfera internazionale si è svolta la rassegna Ponti. Il nome scelto per questa new entry nel programma del  Festival allude alla necessità di creare dei collegamenti per lo scambio e la condivisione diretta di esperienze ed opere tra i Paesi meno rappresentati all’interno dei maggiori circuiti di distribuzione, come la Germania che ha partecipato attraverso il Videofestival Internazionale di Bochum e le sue tre biondissime organizzatrici, il Marocco che con l’ospite-giurata Saloua Zouiten ha presentato il Festival del Cortometraggio Mediterraneo di Tangeri e ancora la Gran Bretagna con la Comma Film di Manchester, rappresentata qui ad Acireale attraverso i lavori dalla giovane regista Lisa Risbec.

La mostra si è conclusa domenica 14. Nonostante un acquazzone passeggero, gli appassionati non hanno mancato l’appuntamento con l’assegnazione dei premi. La giuria ha decretato il vincitore del “Premio Lorenzo Vecchio” (dedicato al fondatore e ex direttore artistico di Magma): “Three of us” dell’indiano Umesh Kulkarni, documentario che rappresenta la vita di una disagiata famiglia indiana che quotidianamente deve misurarsi con l’handicap del figlio. “Per la capacità di raccontare, senza l’aiuto di musica, di voice – over o di dialoghi, in un silenzioso rispetto, un contesto familiare doloroso e problematico, ma pieno di dignità e amore”: questa la motivazione.

I giurati hanno assegnato anche quattro menzioni speciali, per ciascuna sezione del concorso. Tra i corti narrativi ha spiccato “Diente por ojo” dello spagnolo Eivind Holmboe. “Nonostante presenti una struttura narrativa complessa e degna di un lungometraggio – ha affermato la giuria – il corto intreccia con notevole abilità registica e splendide interpretazioni sette storie riunite da un tema comune: ogni personaggio è colpevole, ma ognuno paga per una colpa che non ha commesso”. “Zietek” di Bartosz Blaschke (Polonia) ha ottenuto la menzione come miglior documentario, mettendo in scena la storia di uno scultore che costruisce le sue creature di legno e le accudisce amorevolmente in casa propria, hanno spiegato i giurati. Grazie ad “una grafica che sposa perfettamente il tema e l’accompagnamento di una dolce e crudelissima voce”, “For a better world” della tedesca Barbara Hlali vince la sezione sperimentale, che “ci racconta in modo sarcastico che noi facciamo di tutto per un mondo migliore, che in realtà è migliore solo per noi stessi” è stato il commento dei giurati. “La memoria dei cani di Simone Massi che giocava in casa”, si aggiudica invece la menzione speciale come miglior corto d’animazione.

Sul lavoro della giuria, Francesco Bruni, regista e sceneggiatore di tanti film italiani – da Ovosodo a Tutta la vita davanti, passando per Caterina va in città e I Vicerè) dichiara a Step1:“Ci sono state le ovvie divergenze di gusto dovute a formazione, professionalità e provenienza geografica, che però si sono magicamente ricomposte nella scelta del vincitore, che ha trovato tutti d’accordo”. Dello stesso parere Isabella Ragonese, attrice premio Biraghi al Festival di Venezia per “Tutta la vita davanti”: “L’enorme varietà dei corti in concorso e il loro livello di sperimentazione ha reso  particolarmente complesso il nostro lavoro; però, credo che un festival del genere sia l’occasione migliore per condividere e riflettere con altri colleghi sulla passione che ci spinge a lavorare nel mondo del cinema, passione che alcune volte si tende a dimenticare a causa dei ritmi lavorativi”.

Durante la serata inaugurale il simpatico presidente di giuria Gerrit Van Dijk aveva dichiarato di avere voglia di assaporare tanto buon cinema innovativo, lanciando lo slogan:“Long is dead, the short is alive”, domenica abbiamo voluto sapere se le sue aspettative sono state attese. Decisamente no: “Mi ha stupito il fatto che non ci fossero tanti film che si prefiggevano di lavorare su ciò che possiamo chiamare una rivoluzione”. Il cortista olandese è convinto che ora sia il momento di lavorare su “corti-molto-corti” (“Because modern people like short, just short and I mean really short). Ciò che Van Dijk non ha visto è stata quella“new way of filming”, fatta di brevità e utilizzodi nuovissimi media (You know, everyone now can make their own films, just with their mobile in 5 minutes and after other 5 minutes put it on the Internet, and you can see them on the screen from everywhere”). Non  a caso, la sua sezione preferita è stata quella dei corti sperimentali: Film non troppo conosciuti in giro per il mondo, così che questa è stata lo loro prima “uscita”. Da questo punto di vista, Magma rappresenta il festival più importante al mondo”. 

 
 

Van Dijk, certo, è un personaggio bizzarro. Ne abbiamo avuto conferma quando i nostri occhi indiscreti lo hanno colto in una sua passione “particolare”. Ci siamo imbattuti infatti nel regista olandese mentre, al Castello Pennisi di Acireale, si ritraeva in uno autoscatto fotografico… dentro al bagno. E non pensiate alle sontuose toilette interne: lo abbiamo colto infatti mentre si immortalava all’interno di un comunissimo bagno pubblico. Passati gli ovvii secondi di imbarazzo (non capita tutti i giorni di vedere un’artista in simili atteggiamenti), abbiamo scoperto che Gerrit raccoglie da qualche anno fotografie di sé in tutti i bagni d’Europa per una mostra che si terrà prossimamente ad Amsterdam.  

Benedetta Motta

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