Il caso della maestra Laura Bonafede finisce sul tavolo del ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara che domani riceverà l’assessore regionale all’Istruzione Mimmo Turano. La docente è stata sospesa per dieci giorni dall’istituto Capuana-Pardo di Castelvetrano (in provincia di Trapani) perché sarebbe stata vicina a Matteo Messina Denaro durante la sua latitanza. Per questo la donna è indagata per essere stata una delle fiancheggiatrici del boss stragista. Il provvedimento cautelare è stato adottato dalla dirigente scolastica Vania Stallone, «in considerazione della vasta eco mediatica suscitata dal presunto legame dell’insegnante con il boss mafioso e – aggiunge la preside – al fine di tutelare l’immagine della scuola e di garantire il sereno svolgimento dell’attività scolastica». È stato il presidente della commissione regionale antimafia Antonello Cracolici a sottolineare che la sospensione non sarebbe una misura adeguata per l’insegnante. «Anche i maestri devono essere al di sopra di ogni sospetto. La maestra Laura Bonafede non può educare i ragazzi. La sua vicenda dovrà essere chiarita, ma una persona con quel pedigree non può entrare in una classe e parlare di educazione e legalità».
E, in effetti, resta da capire cosa succederà alla docente dopo questi dieci giorni di sospensione. Argomento di cui discuteranno il ministro e l’assessore regionale all’Istruzione. Tornerà in classe a insegnare agli alunni? O verrà allontanata dalle classe in maniera definitiva? Sulla pagina Facebook dell’istituto comprensivo Capuana-Pardo di Castelvetrano (che è la stessa cittadina di cui è originario Matteo Messina Denaro), proprio l’ultimo post pubblicato riguarda un’iniziativa di un Progetto legalità: ovvero la presentazione del libro di Nicola Gratteri – il capo della procura antimafia di Catanzaro su cui, secondo quanto raccontato da un testimone proprio nei giorni scorsi, dal carcere di Siracusa sarebbero partite delle minacce di morte da parte di uomini dei clan di ‘ndrangheta – e dello storico delle organizzazioni criminali Antonio Nicaso dal titolo Non chiamateli eroi.
Laura Bonafede è la figlia del boss di Campobello di Mazara Leonardo Bonafede ed è anche la cugina di Emanuele Bonafede (l’uomo che è stato arrestato per favoreggiamento insieme alla moglie Lorena Lanceri, che Matteo Messina Denaro chiamava Diletta) e dei due Andrea Bonafede, il geometra che ha prestato l’identità al boss e l’altro che si è impegnato per fargli avere le ricette del medico Alfonso Tumbarello. Stando a quanto è stato ricostruito finora nel corso delle indagini, la maestra avrebbe incontrato l’ormai ex superlatitante anche fino a due giorni prima della cattura avvenuta il 16 gennaio nella clinica privata La Maddalena di Palermo. Tra l’ex prima rossa di Cosa nostra e la docente Bonafede è stata ricostruita anche una fitta corrispondenza di lettere e pizzini.
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