Non ci si è occupati molto finora dei lavoratori del settore delle energie rinnovabili nell’Isola. Sono altamente qualificati, impegnati in mansioni non facili da svolgere. Una categoria che sta prendendo sempre più campo in Sicilia, seconda regione, dopo la Puglia, per produzione di energia da impianti eolici con il 20 per cento del prodotto totale su scala nazionale. Nel Palermitano la collocazione dei parchi eolici è prevalentemente nelle Madonie con oltre 73 impianti. In particolare quello di Caltavuturo è il più grande sito eolico dell’Enel in Italia. Dotato di 36 aerogeneratori, soddisfa il fabbisogno di circa 26 mila famiglie.
Proprio a Caltavuturo è nata a dicembre la sezione madonita della Fiom Palermo. «Era importante stabilire una nostra sede lì, dove c’è il maggior numero di parchi eolici – spiega Francesco Foti della Fiom Palermo -. Volevamo dare risposte ai dipendenti delle tante multinazionali presenti nel territorio. Un lavoro di cui poco si parla. Svolgono mansioni quotidiane usuranti. È un tipo di impiego altamente professionale, sono molto preparati non solo sulla parte tecnica: devono essere in grado di salire a quote altissime e lavorare in spazi angusti».
La Fiom di Palermo si è insediata nel comprensorio delle Madonie, presso la Camera del Lavoro di Caltavuturo, per offrire quindi una presenza costante in un vasto territorio che comprende tra gli altri i Comuni di Gangi, Geraci, Castellana, Castelbuono, Polizzi, Isnello, Collesano, Petralie, Scillato e Scafani Bagni. I parchi eolici presenti nella provincia di Palermo sono gestiti da diverse aziende, molte delle quali multinazionali come Gamesa Eolica, E.On, Vestas, Y.e.s. International, PLC System, IVPC, GES. Si stima che diano occupazione a circa 300 lavoratori diretti nel parco madonita impegnati nella manutenzione degli impianti.
I sindacati hanno chiesto e ottenuto un incontro con l’assessore regionale all’Energia Alberto Pierobon, che si terrà l’11 febbraio prossimo. «Vogliamo capire come la Regione intende affrontare i temi che riguardano gli investimenti nel settore delle energie rinnovabili – aggiunge Foti – dato che la Sicilia è tra le regioni con più alto numero di insediamenti». Per quanto riguarda il fotovoltaico, ad esempio, «oggi sono fermi i bandi di circa 37 milioni di fondi europei, per l’efficientamento degli impianti per le imprese, e un altro da 6,5 milioni, che dovevano essere già operativi nell’autunno scorso – aggiunge il sindacalista – e quindi alcune micro-aziende, che fanno manutenzioni e nuovi impianti sul fotovoltaico, stanno entrando in forte crisi, non avendo potuto usufruire di queste risorse economiche. Quindi vogliamo capire se c’è la volontà di rilanciare questo settore, che da un lato dà occupazione a molti metalmeccanici e dall’altro contribuisce alla tutela dell’ambiente e quindi della salute».
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