Ci mette un po’, però ingrana. Il lungomare liberato, ieri al secondo appuntamento, comincia a riempirsi intorno alle 17. Ma poi si riempie davvero, nonostante la carenza d’iniziative e qualche polemica sulla burocrazia dell’amministrazione. Ci sono mamme, papà, bambini, giovani e non, cuccioli e cani grandi e grossi. «Meh, c’è più gente dell’altra volta», dice una signora sulla sessantina a passeggio con Frankie, un volpino bianco. Accanto a lei, in viale Ruggero di Lauria, passa una giovane famiglia su pattini: «Attenta, Fede, non cadere», grida un genitore alla bimba. «Sei tu che sei traballante, ma’!», replica la ragazzina. Oppure quel padre che invita il figlio in bici a correre piano, e lui gli risponde: «Papà, devo far volare via le ragnatele», salendo in piedi sui pedali. È tutto, insomma, un quadretto per famiglie.
Ci sono anche gli scout dell’Agesci, Associazione guide e scout cattolici italiani, con le loro camicie azzurre, i pantaloncini marroni e i fazzoletti bianchi e rossi attorno al collo. «Siamo venuti per autofinanziarci», raccontano Marica e Giada. Assieme ai loro amici, tutti dagli undici ai 18 anni, tengono in mano una borsa frigo e dei bicchieri: «Le bibite sono a offerta libera». Si sono divisi in squadre e vanno in giro a vendere barattolini di vetro pieni di caramelle e altri oggettini fatti da loro: «Abbiamo colto l’occasione del lungomare senza macchine spiegano E più tardi, in piazza Europa, sorteggeremo una bicicletta da dare in regalo a qualcuno di quelli che hanno comprato qualcosa da noi, oggi». All’entusiasmo dei più piccoli si somma la concretezza dei più grandi: «È noioso, non c’è niente da fare», dicono Silvia, Irene e Morena, quasi diciottenne la prima, appena diciassettenni le seconde. «C’è solo da camminare avanti e indietro sotto il sole: perché non si fanno concerti? Perché non c’è musica e non ci sono giochi?».
Una risposta, seppure involontaria, arriva da Danilo Pulvirenti, presidente di Rifiuti Zero Sicilia e da sempre promotore della zona a traffico limitato tra piazza Europa e piazza Mancini Battaglia. «Organizzare qualcosa è complicato, il Comune non è attrezzato per rispondere alle richieste», afferma. Per esempio, la richiesta di montare un banchetto informativo in piazza Nettuno a nome della sua associazione, racconta Pulvirenti, lui l’ha fatta protocollare dall’amministrazione etnea due settimane fa. «Ci hanno fatto sapere che lì non era possibile, e allora abbiamo spostato il luogo in viale Ruggero di Lauria: ci hanno risposto l’altro ieri, dicendoci che la richiesta era incompleta, perché mancavano il certificato antimafia dell’associazione e un documento», dice ancora l’attivista. Alla sua richiesta di avere un indirizzo email per inviare più rapidamente il materiale, la risposta è stata «che l’email del Comune non funzionava». O meglio: «Mi hanno spiegato che l’email sarebbe arrivata nel computer di una persona che era in un’altra stanza e che quindi loro non potevano prenderla».
Sabato mattina, quando Danilo Pulvirenti è andato a ritirare la sua autorizzazione, «il funzionario responsabile non c’era e, se non fosse stato per una signora che ce l’ha fatto a mo’ di favore, rischiavamo di non avere neanche un foglio di carta per passare». «Il punto continua Pulvirenti è che, se il lungomare deve essere vissuto e ci sono delle associazioni e delle persone che hanno voglia di riempirl,o non si può sperare che lo facciano con un’autorizzazione rilasciata il sabato per la domenica, perché è allucinante. Noi avevamo protocollato due settimane prima proprio per garantirci di avere un po’ di tempo». La proposta è di creare un comitato «che organizzi eventi per il lungomare, perché è difficile che l’iniziativa possa dare i suoi frutti se la cittadinanza non è coinvolta e non si ascoltano le idee di tutti».
«È una situazione quasi parigina, ma ci vorrebbero più attrazioni», fanno eco Daniela Lanza, Maria Teresa Pappalardo e Rosanna Gambitta, pittrici che, assieme ad altri nove artisti, espongono i loro quadri sul marciapiede, poco prima di piazza Tricolore. «Il lungomare è lungo due chilometri e mezzo, è difficile che la gente lo riempia se non c’è nulla che la spinga a venirci. Ma forse è solo che i catanesi devono essere abituati alle novità, per godersele». Alberto e Giulia, 17 e 18 anni, si sono abituati in fretta. Con le loro biciclette passeggiano in viale Artale Alagona, vicini. «È bellissimo dice lei Qui di solito con tutte quelle macchine è un caos, sarei felice se potesse essere così sempre». E lui interviene: «Visto che alla gente il lungomare per passeggiare piace così tanto, perché non si allargano i marciapiedi e non si fa una vera e bella pista ciclabile?».
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