Durante le festività natalizie, finalmente, il cerchio dovrebbe chiudersi. Sono passati quasi sei mesi dalla tragedia dello scorso 13 maggio, in cui è morto il podista Carlo Maravigna, accasciatosi al suolo nei pressi di piazza Nettuno durante un allenamento. I soccorsi, purtroppo, erano stati vani: in quell’occasione, però, il segretario generale Fidal Fabio Pagliara, catanese, aveva ribadito la volontà da parte della Federazione di donare al capoluogo etneo due defibrillatori di ultima generazione, da installare lungo il percorso della corsia running che si snoda da piazza Europa a piazza Mancini Battaglia per circa due chilometri. È stato lo stesso Pagliara, contattato da MeridioNews, a confermare che entro fine anno avverrà la cerimonia di consegna.
«Abbiamo scelto quel periodo perché l’assessore allo Sport Sergio Parisi aveva piacere che fossi coinvolto anche io. La consegna ufficiale – conferma Pagliara – dovrebbe avvenire anche in presenza dei familiari di Maravigna». In merito alla collocazione dei defibrillatori, il segretario Fidal passa idealmente la palla a Parisi. «Sarà il Comune a decidere dove sia più opportuno installarli. Capisco comunque i loro dubbi, perché bisogna trovare una soluzione che da un lato impedisca il loro furto e, dall’altro, permetta la loro completa fruibilità. Quest’ultimo è un elemento decisivo – ribadisce il dirigente federale – dato che il nostro è un regalo alla città, affinché si possa correre in sicurezza in quella zona».
Sergio Parisi puntualizza meglio la problematica. «C’è la possibilità – conferma l’assessore – di installarli presso il campo scuola sito a Picanello». In quel caso, però, c’è il problema dell’elevata distanza dal percorso running che renderebbero inutile l’utilizzo in caso di emergenze. «La grande criticità è legata al fatto che un’installazione lungo la pista, senza alcun controllo, esporrebbe i defibrillatori al rischio di furto quasi immediato. Da qui – puntualizza Parisi – ci sarebbe l’idea di posizionarli all’interno di qualche esercizio commerciale che si trova nei pressi della pista». Questo permetterebbe la loro fruibilità in un arco temporale di 18-20 ore al giorno. «Si tratta, fra l’altro, di apparecchiature automatiche – ricorda l’intervistato – molto facili da utilizzare. Non serve una particolare formazione per adoperarle».
Sullo sfondo del problema-defibrillatori, però, si stagliano le criticità di un percorso che continua ad avere bisogno di una maggiore manutenzione. La segnaletica, infatti, è sempre più danneggiata, mentre la linea di demarcazione del tracciato è tenue e ormai scolorita in molti punti. Senza contare l’utilizzo improprio di questo spazio dedicato a podisti e pedoni con motocicli e mezzi motorizzati in genere. Pagliara, in questo senso, ribadisce la disponibilità a intervenire. «Un’operazione di maquillage è fattibile. Piccoli interventi riguardanti la sistemazione/aggiunta di cartelli e la segnaletica orizzontale possono essere effettuati. Per quanto riguarda la presenza di motorini – afferma il segretario Fidal – è un fatto di inciviltà che ognuno di noi dovrebbe combattere». Pochi spazi, insomma, e scarsa manutenzione: a Catania, per fare podismo, bisogna ancora arrangiarsi.
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