Lo sfogo del capitano Sorrentino «Nessuno ha mollato, serve più equilibrio»

Il Palermo è in calo? Guai a pronunciare la parola crisi al cospetto di Stefano Sorrentino. Il portiere rosanero si è sempre distinto per la sua schiettezza e, una volta acquisisti i gradi di capitano, si espone ancora di più in prima fila facendo da scudo alle critiche piovute dall’esterno nei confronti della squadra in questo momento di flessione: «Questo periodo è comunque positivo – ha esordito il numero 70 rosanero – la squadra ha 14 punti di vantaggio sulla terzultima. L’anno scorso, forse qualcuno lo ha dimenticato, facevamo le trasferte di Crotone, Lanciano, Carpi con tutto il rispetto per queste squadre, adesso mi sembra che tutto sia visto in maniera negativa. Servirebbe un po’ di equilibrio. Squadre che sono dietro di noi in classifica sono considerate la rivelazione del campionato e le milanesi hanno in pratica i nostri stessi punti. Qui sembra che addirittura il Parma abbia più punti di noi…E dobbiamo ricordare anche che abbiamo colpito 15 legni. Il verbo ‘mollare’ non esiste nel mio vocabolario – ha aggiunto – preferirei che ci definiscano scarsi. Vorrei sottolineare, inoltre, che la squadra è composta da giocatori giovani molti dei quali, e spero non si offendano, la serie A finora l’hanno vista solo in tv. Serve dunque più equilibrio e serenità nei giudizi. Siamo sempre gli stessi e nessuno ha mollato. Diamo respiro a questo gruppo». 

Un vero e proprio sfogo, quello del portiere rosanero, dettato da una necessità: difendere la bontà del lavoro costruito dal Palermo alle dipendenze di Iachini: «C’è un’aria strana. Non è affatto vero, come ho sentito in giro, che non vogliamo andare in Europa League e non mi riferisco al premio che avremmo in caso di qualificazione – ha sottolineato con decisione il neo-capitano – un calo fisiologico ci può stare, questo è un momento particolare che va gestito con equilibrio e anche nelle difficoltà bisogna guardare le cose in maniera positiva. Il tifoso non critica, il tifoso sostiene sempre la squadra e non riempie lo stadio solo per le sfide con le big. Contro la Juve sembravamo in trasferta e io ho preso più insulti a Palermo che allo Juventus Stadium…Ci sono stati dei fattori che probabilmente hanno messo un po’ di pressione come la vicenda relativa ai rinnovi, il cambio del direttore sportivo o la spalmatura degli ingaggi ma i momenti di difficoltà ci stanno e servono anche per crescere e migliorare. Firmerei subito se mi dicessero che l’anno prossimo, a questo punto della stagione, abbiamo di nuovo 14 punti di vantaggio sulla zona retrocessione. Giocare in A è bellissimo – prosegue il portiere rosanero – affrontiamo con tranquillità le ultime dieci partite consapevoli, in ogni caso, che ci sono degli errori da correggere. Ho vissuto qui l’amarezza della retrocessione con un Palermo con l’acqua alla gola e non voglio ritrovarmi più in quella situazione». 

La serie B, comunque, ha irrobustito la corazza esibita dall’estremo difensore campano: «Chi l’ha detto che non avrei potuto giocare in B? Anche il torneo cadetto è stata una sfida per me perché, dopo avere fatto bene in A, dovevo dimostrare di sapere fare la differenza e se non lo avessi fatto avrei potuto cambiare mestiere…Credo che le ‘bastonate’ servano e toccare il fondo mi ha dato la forza per ripartire. Finora definirei positiva sotto tutti i punti di vista la mia esperienza a Palermo. La mia carriera è composta da quattro step: il primo risale a quando ero giovane e alle mie prime esperienze in B e in A, poi l’estero, un’esperienza che consiglio a tutti e che se tornassi indietro rifarei senz’altro. Poi c’è la tappa Chievo, realtà con la quale ho sfiorato la Nazionale e adesso la fine del percorso con il Palermo». Il presente ma, quasi certamente, anche il futuro di Stefano Sorrentino: «Novità sul rinnovo del contratto in scadenza nel 2016? Circa due settimane fa c’è stato un incontro con la società. Il mio procuratore è lo stesso di Samir (Ujkani, ndr) e giustamente ha lui la priorità dato che ha il contratto in scadenza a giugno. La società vorrebbe rinnovare con entrambi. Ci dobbiamo rivedere e risentire. Io qui sto bene. Se troviamo l’accordo prima della fine del campionato bene, altrimenti affronteremo l’argomento in estate. Dipende anche dall’allenatore che ci sarà. In ogni caso, ribadisco che se dovessi andare via lo farei solo per avvicinarmi a casa (a Torino dove vivono le sue figlie, ndr)». 

Sorrentino esclude, in questo contesto, un confronto diretto con il presidente Zamparini: «Siamo troppo simili, non funzionerebbe. Zamparini a volte ci punzecchia ma lo fa per stimolarci e spronarci nei momenti di difficoltà. E’ come se fossimo tutti suoi figli. Sarebbe utile se fosse più presente con noi. Ho un buon rapporto con lui. Il presidente è una persona alla mano».

Proiettandosi verso la prossima stagione, anche Sorrentino non dà per scontata la permanenza del tecnico Iachini: «Un po’ di timore di perderlo c’è – ha ammesso – ormai lo conosciamo tutti. Aveva l’etichetta di allenatore da serie B e invece, ma io ne ero sicuro, sta dimostrando il suo valore anche in serie A. Iachini è la nostra sicurezza e mi dispiacerebbe non lavorare più con lui. Durante il ritiro di Gradisca, dove eravamo quasi sicuri di non rivederlo a causa dei risultati negativi, ci siamo stretti intorno a lui e siamo ripartiti. E’ il primo ad essere arrabbiato in questo momento di difficoltà». Le motivazioni del tecnico rispecchiano quelle della squadra: «La qualificazione in Europa League credo sia quasi impossibile ma proviamo ad arrivare a 50 punti, Ne mancano 15. Dobbiamo ragionare per gradi e provare ogni anno ad alzare l’asticella in modo da non essere piatti e trovare sempre nuove sfide e nuove motivazioni. Se sarò il capitano del Palermo della prossima stagione? E a chi dovrebbero darla la fascia…Dipende ovviamente dalla società e dalle decisioni del mister. Io sono il capitano in campo ma Edy (Barreto, ndr) resta il nostro capitano in uno spogliatoio composto da diversi leader come Terzi, Maresca e Vitiello. Tra pochi giorni compio 36 anni ma non me li sento. Fa un certo effetto leggere che sono tra i portieri più anziani della serie A ma io mi sento come se ne avessi 26».

Antonio La Rosa

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