Liquidazione delle società regionali: qualcuno si farà i ‘bagni’ con le terme siciliane e con l’Ast. Un errore eliminare l’Eas

Tutto il personale – oltre 6 mila dipendenti – è a rischio perché nel bilancio 2014 non ci sono soldi

Entro dicembre, annuncia il presidente della Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars, Nino Dina, verranno sbaraccare le società partecipate dalla Regione. Dovrebbero restare in piedi solo quelle che ricavano utili da commesse private per almeno il 10 per cento.

Tra la fine degli anni ’90 e i primi del 2000 la Regione ha avviato le liquidazioni di Ems, Espi e Azasi. Alcune di queste liquidazioni sono ancora in corso. Mentre erano in corso queste liquidazioni (che sono ancora in corso con notevoli esborsi, ogni anno, a carico della Regione), la Regione creava una quarantina di società pubbliche. Che adesso deve sbaraccare.

Sembra la tela di Penelope. Anche , adesso, la ‘lavorazione’ della tela verrà interrotta perché sono finiti i soldi. Tutte le società verranno sbaraccate.

La cosa strana è che, tra queste società, nel silenzio generale, verrà sbaraccato anche l’Eas, l’Ente acquedotti della Sicilia. Parliamo di un Ente storico che, nei primi anni del 2000, l’allora Governo regionale retto da Totò Cuffaro, mise in liquidazione. Per affidare tutta la gestione idrica ai privati.

Forse sarebbe bene che sull’Eas si facesse sentire il Forum per l’acqua pubblica. Anche perché il progetto di una parte della Sinistra, di affidare ai Comuni la gestione idrica, rischia di fallire, perché prima potrebbero fallire molti Comuni (per non parlare degli oltre 200 Comuni che il Governo vorrebbe far sparire).

A nostro avviso l’Eas non andrebbe sbaraccato, ma andrebbe, al contrario, rilanciato. Perché è la memoria storica della gestione idrica siciliana. E perché, se si deve tornare all’acqua pubblica, l’Eas ha tutti i numeri per diventare i punto di riferimento.

Sono in via di eliminazione anche le Terme di Sciacca (nella foto a destra) e di Acireale. Un doppio errore. Queste due strutture sono sempre state appesantite dalla politica siciliana, con l’imposizione di personale. La privatizzazione di queste due Aziende termali rappresentano il fallimento della politica siciliana. Queste due Aziende, se fossero state gestite con criteri imprenditoriali non sarebbero mai entrate in crisi.

Sarà interessante capire a chi finiranno i beni immobili di queste due società. Soprattutto delle Terme di Sciacca. Faranno la fortuna di qualche privato. Che si prenderà anche i beni immobili e porterà il valore aggiunto di queste Aziende fuori dalla Sicilia.

Anche sull’Ast siamo proprio curiosi di sapere come andrà a finire. Azzardiamo un’ipotesi: si libereranno del personale – che a nostro avviso è a rischio – e verrà privatizzata. Magari con la ‘benedizione di Confindustria. Scommettiamo?

Nulla da dire sulla liquidazione di Sicilia e Servizi. E’ una società – come quasi tutte le società pubbliche create dalla Regione dal 2001 in poi – che ha creato solo ‘buchi’.

Quello che va detto a chiare lettere è che, dietro questa apparente ‘moralizzazione’, c’è chi si farà i classici ‘bagni’. A cominciare dai liquidatori. E da chi rileverà le infrastrutture. E sicocme ci metteranno mano i ‘Professionisti dell’Antimafia’, nessuno oserà dire nulla. Prepariamoci ad assistere a ‘operazioni’ miliardarie.

A capo di questa ‘macchina’ il Governo di Rosario Crocetta ha messo l’avvocato Stefano Polizzotto, un personaggio che abbiamo già incontrato nella gestione un po’ ‘barocca’ della Segreteria tecnica della presidenza della Regione. Posto che ha dovuto lasciare. Segnatevi questo nome. Presto sentirete parlare di lui.

Sul personale è bene che gli oltre 6 mila dipendenti sappiano che nella proposta di Bilancio 2014, per loro, non c’è un euro. Lo ribadiamo: secondo noi sono tutti a rischio. Anche se nessuno glielo dice.

 

Redazione

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