Le ragioni dell’astensione

In questi conclusivi caldi giorni pre-referendum si è parlato tanto, forse eccessivamente, delle posizioni prese (si, no, astensione) dai vari schieramenti politici, dalla Chiesa, dagli studiosi, intellettuali, scienziati, artisti e dalla gente comune. Si sono mobilitati tutti per far prevalere, nel bene o nel male, le proprie ragioni.

Per chiarire le ragioni di coloro che sono a favore dell’astensione al voto, abbiamo ascoltato le motivazioni, dal punto di vista giuridico, del Preside della Facoltà di Giurisprudenza, nonché illustre esperto di Diritto Costituzionale, prof. Luigi Arcidiacono, che respinge con fermezza le accuse di incostituzionalità mosse contro la scelta del non-voto. Posizione, quella degli astensionisti, più volte adita in referendum passati, senza per questo scatenare, come in questo caso, un simile polverone. «Nell’articolo 48 della costituzione italiana -spiega il professore- si afferma  che il voto è libero, e quindi non c’è nessun obbligo, semmai un dovere civico, che è cosa diversa, dovere valevole particolarmente per l’elezione dei rappresentanti dei cittadini, e non per l’istituto referendario, dove la possibilità del non voto è espressamente prevista dall’art. 75 della costituzione».
Su un altro punto controverso, l’esimio professore Arcidiacono non ha dubbi: «l’embrione non è sicuramente persona, bensì un soggetto giuridico, e in quanto tale, la legge protegge i suoi diritti alla salute e alla vita. La legge 40, all’art. 1 comma 1 riconosce al nascituro tale posizione giuridica di tutela».
Circa le accuse, sollevate nei riguardi della legge in questione, di ledere il principio di autodeterminazione della donna, anche qui il prof. Arcidiacono interviene con risolutezza, affermando che la legge 40 protegge e tutela la coppia, nel prevedere interventi graduali di intervento e, solo laddove i metodi naturali di concepimento abbiano fallito nel loro scopo, permette di ricorrere alla fecondazione in vitro grazie ad una accurata e costante informazione step by step, rispettando così il principio di uguaglianza giuridica e morale di ciascun soggetto interessato, e non solo quello della donna.

Abbiamo anche intervistato Giusi Bruno, ginecologa, sessuologa e mamma affidataria, per farci dare delle delucidazioni, in parte anche dal punto di vista medico-scientifico, su questa tanto discussa “legge 40”.

Perchè tanta gente sente la necessità di ricorrere alla fecondazione in vitro (FIVET) e quali sono le cause dei problemi di sterilità e infertilità?
Il 20% delle coppie solitamente ricorre alla fecondazione in vitro perché ha problemi di sterilità per una serie di motivi: per l’aumento dell’età di concepimento, per l’abbassamento dell’età di inizio dell’attività sessuale, per cause psicologiche, per lo stress, per cause ambientali come l’inquinamento e inoltre per l’aborto e la spirale che causano buona parte delle sterilità femminili.

Quali sono i rischi per chi ricorre a questi metodi “artificiali”?
I danni per la salute della donna e del concepito purtroppo non sono quasi mai messi in luce. Oltre ai gravi rischi di tumori e di morte per la donna, legati all’iperstimolazione ovarica, la fecondazione artificiale produce bambini in più alta percentuale prematuri e sottopeso, con rischio di handicap, paresi cerebrali, malformazioni congenite, ritardo mentale, disturbi del comportamento, retinoblastoma e sterilità.
In 25 anni di ricerca sulle cellule staminali embrionali si sono ottenuti solo tumori, mentre già 56 patologie sono state curate con le staminali adulte. Tra queste staminali adulte alcune, quelle del grasso, del mesenchima e della polpa dentaria, per motivi a noi ancora ignoti, non danno fenomeni di rigetto, al contrario delle cellule embrionali.
Per quanto riguarda la fecondazione eterologa, che utilizza cioè seme di persone esterne alla coppia, i problemi sono diversi, anche e soprattutto di tipo psicologico. Con questo tipo di fecondazione potrebbe avvenire una miscellanea genitoriale: padre genetico, madre genetica, padre legale, madre legale, madre gestazionale. In pratica un solo bambino potrà avere contemporaneamente 5 genitori! Emblematico è il caso della Svezia, dove la legge sulla fecondazione eterologa è stata cambiata di recente obbligando i donatori di seme ad uscire dall’anonimato e a rivelare la propria identità, perché moltissimi tra i ragazzi, nati tramite questo tipo di fecondazione, in età adolescenziale scappavano da casa alla ricerca dei propri genitori genetici o, peggio ancora, si suicidavano. Ultimamente, in Spagna, è stata legalizzata la produzione in laboratorio di “bambini adibiti a deposito di organi per trapianti” (cioè sono letteralmente bambini-farmaco) e si potrebbe continuare con un lungo elenco di abusi che vanno dalla clonazione alle chimere e che oggi stanno diventando realtà.

Perché avviene da parte dei comitati referendari questa lotta serrata contro chi tutela la legge 40?
La fecondazione assistita costituisce oggi il grande business della ricerca scientifica. Pensate che negli USA si assiste a un commercio di embrioni del valore di 300.000 dollari annui. Tantissimi embrioni vengono crioconservati per poi venderli a chi li ha ordinati o per fornire, lo dico chiaramente anche se tutto ciò è disumano e brutale, pezzi di ricambio (cellule, organi, ecc..) o ancora per scopi di ricerca (staminali e sperimentazioni) o infine distrutti. In Brasile esistono persino i cataloghi dei donatori di seme.
Le ricerche sulla procreazione medicalmente assistita sono veicolate da elevati interessi economici che impediscono la divulgazione degli alti rischi a cui vanno incontro sia le madri che i figli nati in provetta.
Il grande affare dell’embrione oggi ha richiesto la revisione etica di alcuni concetti, per cui si giustificano manipolazione genetica, sperimentazione e spreco degli embrioni. Il potere economico si avvale delle donne e della sofferenza delle coppie sterili per affermare sempre più se stesso.

Quali sono le motivazioni per non andare a votare per questo referendum?
Vorrei precisare che in campo scientifico si sta effettuando oggi, linguisticamente parlando, una manipolazione semantica di ogni termine utilizzato anche per i quesiti referendari. Vengono usati eufemismi, termini equivoci e vaghi per quello che concerne l’eugenetica. Ad esempio parlare di “fecondazione medicalmente assistita” è errato, in quanto induce a credere che ci si riferisca ad una assistenza medica, a un atto terapeutico. Di fatto la sterilità non viene curata, ma solamente aggirata, e la coppia alla fine rimane sterile. E’ sicuramente più corretto parlare di “fecondazione in vitro” perché altro non è che la produzione di embrioni, esseri umani, in vetrino. Lo stesso vale per la cosiddetta “pillola del giorno dopo”, che è ovviamente una pillola abortiva, e per l’aborto oggi definito come “interruzione volontaria della gravidanza”. Votare SI per questo referendum sarebbe tornare indietro verso il “far west” prelegislativo e in un’epoca in cui siamo tutti contrari all’OGM e alla sperimentazione dei cosmetici sugli animali, il fatto di sentir parlare pure di manipolazione genetica sugli embrioni fa a dir poco rabbrividire.
E’ stato detto che questa legge è contro la vita, impedisce alle donne di diventare madri e alla ricerca di andare avanti. Io credo che per decidere se andare a votare occorre rispondere a queste semplici domande: dici anche tu che quel mucchietto di cellule non è un uomo? In base a quale evidenza scientifica possiamo affermarlo? E chi decide quando lo diventeranno, chi sta al governo o alla commissione bioetica di turno? Oppure la multinazionale che ha depositato i brevetti sulle staminali embrionali? Con lo stesso metodo, cioè l’arbitrio di chi sta al potere, in passato abbiamo commesso gli stessi errori: abbiamo fatto sperimentazione e saponette con gli ebrei, schiavi da lavoro con i negri e molti altri crimini contro l’uomo. La questione di oggi con questo referendum non è tanto diversa.

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Fabrizio Rubino

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