Tre barconi con a bordo, in totale, 187 persone sono arrivati al porto di Lampedusa nella giornata di ieri. Tre sbarchi autonomi sulla più grande isola delle Pelagie in meno di 12 ore. Il primo nel primo pomeriggio ha portato sul molo Favaloro 86 migranti. Il gruppo, intercettato dalle motovedette della guardia costiera e guardia di finanza, è partito da Zuwara ed è composto da 77 persone scappate dal Bangladesh, due dall’Egitto e sette dal Marocco.
A bordo della seconda imbarcazione – avvistata a largo delle coste di Lampedusa – nel tardo pomeriggio sono arrivate ancora una cinquantina di persone (tra cui undici donne e tre minori non accompagnati). Sul molo a gestire le prime operazioni è stata la polizia. In tarda serata, poi, scortata dalle motovedette della guardia di finanza e della guardia costiera, è arrivata al molo Favarolo un’altra barca con circa 50 persone a bordo.
Dopo le operazioni di prima assistenza al molo, 101 persone sono state trasferite nell’hotspot di contrada Imbriacola. La struttura che, dopo il trasferimento in mattinata degli ultimi 40 tunisini presenti, era rimasta vuota. «Altri 86 migranti hanno passato la notte nella zona di trasferimento e adesso stanno partendo in direzione Porto Empedocle», spiega a MeridioNews il sindaco di Lampedusa Totò Martello.
Non è ancora chiaro se, al loro arrivo, saranno sistemati in alcune delle strutture abilitate oppure sulla nave-quarentena. «Non decido io», precisa subito il primo cittadino che, all’inizio di maggio, accodandosi al presidente della Regione Nello Musumeci, ne aveva chiesto «l’immediato intervento» per supplire alla mancanza di infrastrutture dove mettere in quarantena i migranti. Un appello a cui il governo ha risposto mettendo a disposizione la Moby Zazà nella rada di Porto Empledocle. Una soluzione che ha fatto discutere sin da subito. Ancora di più dopo la morte di un migrante che, intorno alle 4 di notte dello scorso 20 maggio, da quell’hotspot galleggiante ha deciso di buttarsi in mare. La procura di Agrigento ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per istigazione al suicidio.
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