Circa 50mila catanesi, nel 2019 appena iniziato, saranno chiamati alle urne. Non solo per scadenze come le Europee di maggio oppure, chissà, elezioni anticipate per Roma. Parlare di test per partiti e coalizioni sa di forzatura, se non altro perché di simboli o schemi in linea con gli assetti regionali o nazionali non se ne vedranno. Quando si vota, comunque, le indicazioni sull’umore dell’elettorato arrivano sempre, a patto di saperle calare nel giusto contesto. In questo caso la battaglia delle Amministrative in quattro comuni della provincia etnea: Aci Castello, Motta Sant’Anastasia, Ragalna e Zafferana Etnea. Maggioritario secco in tutti i centri – per Motta una novità – tranne che per il primo. Nell’elenco potrebbe invece rientrare Trecastagni, sciolto per mafia a maggio 2018, ma non è chiaro se un anno di commissariamento dell’ente, prima guidato dal dem Giovanni Barbagallo, sarà giudicato sufficiente.
Chi di sicuro non si perderà nulla di queste Comunali sono i catanesi della nuova Lega di Matteo Salvini. Anastasio Carrà, fresco di nomina a responsabile provinciale del Carroccio, si gioca tutto nella sua Motta. Nel 2014 aveva vinto, con l’appoggio di Luca Sammartino, grazie a soli 13 voti in più dell’ambizioso rivale Daniele Capuana. Oggi dal deputato Pd si è separato e, anche a seguito dei 4mila e passa voti alle Regionali, si è costruito un ruolo di spicco nel processo di radicamento etneo della Lega. Nella sua lista dovrebbe riunirsi gran parte del centrodestra locale. Dei vecchi avversari ne è politicamente sopravvissuto solo uno, Danilo Festa, che ora appare come il più temibile per Carrà. L’ex candidato all’Ars nei Cento Passi di Claudio Fava, terzo posto alle Comunali 2014, si è messo alla testa della lista civica Immagina, uscendo dal recinto della sinistra e riunendo, grazie a nuove alleanze come quella con il gruppo Autonomia mottese dell’ex candidato sindaco Concetto Roccasalva, quasi tutta l’opposizione. I simboli di Pd e Forza Italia latitano, ma anche la lista del Movimento 5 stelle – Giancarlo Amato era il candidato del 2014 – pare assai in dubbio. Punta così a far saltare i piani dei due contendenti Natale Consoli, il nome su cui stanno convergendo gli uomini di Sammartino. Fino a pochi mesi lui, il presidente del consiglio Antonino Luca e altri consiglieri erano in maggioranza, poi una rapida rottura e la sfida a Carrà con la lista L’altra voce. Si corona così un curriculum politico a dir poco eclettico: si va dal ruolo di assessore nelle vecchie giunte di centrodestra mottesi fino a quello di coordinatore siciliano dei Moderati in Rivoluzione, il partitino che l’avvocato Gianpiero Samorì mise in piedi nel 2012 con il benestare di Silvio Berlusconi.
Occhi dei leghisti etnei puntati anche su Aci Castello, il centro più popoloso. Qui la contesa ruota attorno all’eredità del sindaco Filippo Drago, non più ricandidabile nonché epurato di lusso – o autoepurato, a seconda dei punti di vista – dai salviniani. Possono invece contare sul simbolo della Lega Angelo Murabito e il consigliere ex lombardiano Santo Grasso, riferimenti di lungo corso della politica locale. Non è ancora chiaro se da loro verrà una proposta autonoma o se la Lega gioca un ruolo nella guerra di nervi del centrodestra castellese, finora in maggioranza con Drago. Da Forza Italia, ex alfaniani e Fratelli d’Italia emergono già almeno due nomination: l’attuale vicesindaco Ezia Carbone, cui Drago guarderebbe con favore, e l’assessore Sebastiano Romeo. Lanciando poi la proposta di primarie di coalizione, il deputato Ars Alfio Papale ha avanzato una terza possibile candidatura: il commercialista, suo fedelissimo, Tito Giuffrida. Nel centrosinistra, dissoltosi il fronte che nel 2014 aveva candidato Maurizio Marino, la scena se la stanno prendendo i sammartiniani, anche loro in maggioranza con Drago. Accarezza l’idea della candidatura l’assessore Salvatore Danubio, centrista ora legato al Pd, con il sostengo del presidente del consiglio Carmelo Scandurra, ex An oggi con Sammartino. Il quadro è insomma in evoluzione, con geometrie inafferrabili: un elemento di stabilità potrebbe darlo il nome del Movimento 5 stelle, cinque anni fa a sostegno di Leda Adamo, gruppo che pare in rinnovato fermento.
A Zafferana Etnea il terremoto ha agitato fine 2018 e inizio 2019, l’anno che invece dovrebbe essere quello del ritorno alla normalità almeno in campo politico. Nel 2014 Alfio Russo aveva centrato il secondo mandato da unico candidato in campo. Da poco più di anno, poi, il sindaco governa senza doversi confrontare con il consiglio comunale. Un’aula monocolore non era infatti bastata a garantire la stabilità e così le lotte intestine fra consiglieri sono sfociate nella sfiducia, poi cancellata dal Tar, all’ex presidente Turi Sapuppo e nelle ancor più clamorose dimissioni di massa dei consiglieri rimasti vicini a Russo. Con le Comunali, insomma, si riparte da zero. Dall’ex maggioranza dovrebbe venir fuori il nome dell’attuale vicesindaco Giovanni Di Prima, vicino al deputato Ars Pd Anthony Barbagallo; valuta poi il da farsi l’ex onorevole Alfio Barbagallo, oltre 3mila voti con l’Udc alle ultime Regionali. Sono inoltre circolati anche i nomi della firrarelliana Rosaria Coco e del commercialista Giuseppe Sapienza.
Più delineati i contorni della contesa a Ragalna. Il sindaco Salvo Chisari, legato al dem Barbagallo, dovrebbe cercare la riconferma. La minoranza di centrodestra lavora per un nome di sintesi, ma il gruppo Guardiamo Avanti, poche settimane fa, ha perso i consiglieri Salvo Di Caro e Giuliana Salomone, dichiaratisi indipendenti. Possibile, poi, il riproporsi del Movimento 5 stelle che, nel 2014, aveva candidato Roberto Fonte.
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