La rivoluzione del censimento parte anche da Catania L’identikit dei cittadini dal sorteggio di 4mila famiglie

«L’Italia ha bisogno di campioni» è lo slogan utilizzato dall’Istat per presentare la rivoluzione del censimento della popolazione. E anche Catania, a quanto pare, ne ha necessità visto che la città è rientrata nel nuovo censimento permanente che coinvolge le famiglie di 2.800 comuni italiani. Due le novità principali: da decennale, la conta diventa annuale e, da totale, passa a essere campionaria. Il censimento, dunque, non coinvolgerà tutti i nuclei residenti sul territorio ma solo un certo gruppo di questi estratto a sorte. L’identikit degli italiani potrà così essere disegnato ogni anno, senza dover attendere la fine del decennio. Nel capoluogo etneo saranno poco più di 4000 le famiglie interessate al rilevamento a campione che, per il 2018, partirà lunedì prossimo e si concluderà prossimo 20 dicembre. Obiettivo: dare «un racconto continuo del territorio». 

«Ogni anno – affermano dall’Istat – sapremo quante sono le persone che vivono in Italia, quanti stranieri sono qui con le loro famiglie, quante sono le famiglie tradizionali e quelle nuove, in quali luoghi viviamo ma anche dove si lavora e si studia. Sapremo quanti bambini vanno al nido, quanti ragazzi studiano, quante persone lavorano e che lavori fanno». Rilevazioni statistiche a campione e dati provenienti direttamente dalle amministrazioni locali. Così si avrà la fotografia della popolazione attraverso due tipi di rilevazione differenti: quella areale e quella di lista

La prima modalità prevede un’intervista con il rilevatore per cui, già dagli scorsi giorni, le famiglie sono state avvisate attraverso una locandina affissa su androni, cortili dei palazzi, abitazioni. Nella buca delle lettere, inoltre, una busta con una lettera del presidente dell’Istat – fino ad agosto lo è stato Giorgio Alleva, le cui funzioni sono provvisoriamente passate a Maurizio Franzini – e un pieghevole informativo. Sarà poi il rilevatore, nella fase del porta a porta, a recarsi nelle abitazioni delle famiglie selezionate per condurre l’intervista al nucleo. Il metodo di lista, invece, prevede la compilazione online di un questionario. I cittadini ricevono via posta una busta con una lettera del presidente che fornisce, oltre a tutte le informazioni necessarie, anche le credenziali di accesso al questionario online tramite la computer assisted web interviewing (Cawi) che è possibile fare sia in autonomia che con il supporto dell’addetto del Centro comunale di rilevazione (nella sede della direzione dei Servizi demografici, in via La Marmora, 23). 

 Al Comune di Catania è stato istituito anche un ufficio del censimento con 48 rilevatori, quattro coordinatori e dieci operatori di back-office. Il dirigente per l’ente comunale etneo è Gian Luca Emmi. L’intento dell’Istat è quello di passare «dal rilevatore occasionale a una rete di esperti al servizio delle famiglie» che si dovranno formare annualmente per acquisire nuove competenze nel tempo. «Il nuovo sistema – aggiungono dall’Istat – consente di distinguere le cause e gli effetti e di individuare la successione degli eventi e studiare i processi di transizione. Si potrà, per esempio, ricostruire i percorsi di mobilità sul territorio che caratterizzano diversi sottogruppi di popolazione». 

Il capoluogo etneo entra così a far parte dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr). Qui progressivamente confluiranno le anagrafi di tutti i Comuni d’Italia. Catania si allinea, insomma, al codice dell’amministrazione digitale istituito dal ministero dell’Interno, come quarto comune italiano, per importanza anagrafica dopo Milano, Torino e Firenze. «Il sistema Anpr – spiegano gli addetti ai lavori – consentirà ai cittadini di semplificare le operazioni di cambio di residenza, emigrazioni, immigrazioni e censimenti, evitare le doppie comunicazioni con le pubbliche amministrazioni e garantire maggiore certezza e qualità al dato anagrafico». 

Marta Silvestre

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