La resurrezione dell’organo di Donato del Piano

“Stasera è tutta un’altra storia”. Con queste parole, pronunciate dal Maestro Tagliavini, organista di fama mondiale, ha inizio la prima delle quattro repliche dell’ennesimo concerto inaugurale dell’organo Donato del Piano.

La serata, organizzata per riparare alla gran brutta figura (o citando Tagliavini la “catastrofe”) del 13 settembre, è stata seguita da pochi intimi (un centinaio di persone) che avevano precedentemente prenotato l’ingresso, comunque gratuito, presso l’assessorato alla cultura di Catania. Stavolta la gente poteva scegliere il posto che più gradiva. Nessuna divisione tra “vip” e “popolo”. Un po’ meravigliati di ciò, con sorriso sornione sospettavamo che qualcuno degli organizzatori avesse letto le polemiche sollevate da noi di Step1.

Melodie flautate di incomparabile dolcezza si libravano nell’aria, rapendo i presenti, come i topolini nella celebre favola del flauto magico. Dobbiamo confessare che l’organo effettivamente ha dimostrato delle qualità insospettabili, inespresse a causa della sordità dell’ambiente del 13 Settembre (ricordiamo che oltre 2000 persone per l’occasione avevano affollato la chiesa di S. Niccolò l’Arena).

Inizialmente ricreduti per le giustificazioni del Maestro Tagliavini che imputava il flop all’ambiente divenuto sordo per il sovraffollamento e per la presenza di notevoli impalcature, abbiamo gustato, tra echi, controechi e sovrapposizioni di registri, le stupende note delle melodie proposte: Bernardo Storace, Miguel Lopez, Georg Friedrich Händel, John Stanley, Christian Heinrich Rinck, Padre Davide da Bergamo, Vincenzo Bellini. Un programma scelto con estrema cura valutando le peculiarità dell’organo.

Ciliegina sulla torta di una serata seguita in un silenzio surreale è stata la scoperta di un nuovo registro (caratteristico dell’organo di Donato del Piano) definito dagli stessi organisti “uccelliera” data la sonorità simile a quella del cinguettio degli uccelli. Sonorità ottenuta per mezzo di una manovella che azionava leve e valvole. Ma era veramente necessario, allora, inaugurare l’organo in condizioni ambientali ancora precarie? Perché non attendere la fine degli infiniti lavori di restauro della chiesa di piazza Dante?

Smentite dal Maestro organista, durante la conferenza stampa e ribadite ad inizio serata, le dichiarazioni di Goethe che vedevano, a causa di una cattiva interpretazione del tedesco, l’organo di Donato del Piano come fragoroso e potente. Il viaggiatore romantico nella sua visita alla chiesa di San Niccolò l’Arena, avrebbe ascoltato un “ripieno maestoso” (il registro più forte e grave dell’organo), e non potente, come si era soliti pensare. Inoltre lo stesso Goethe avrebbe parlato della dolcezza dei suoni flautati definendoli “esili aliti”. Altre citazioni di studiosi come padre Carmelo Sangiorgi, venivano riportate da Tagliavini per giustificare l’esigua potenza di un organo concepito come flautato.

Un dubbio però continua ad assalire due poveri redattori, drogati dalle parole del coltissimo Maestro Tagliavini: ma l’organo è stato davvero concepito per un pubblico tanto ristretto, in una chiesa di dimensioni così grandi?

Andrea Deioma

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