La Raffineria di Augusta agli algerini, Esso lascia Sindacati: «Notizia choc». Lavoratori in agitazione

La Raffineria di Augusta passerà dalla Esso alla compagnia di stato algerina, la Sonatrach. Ad annunciarlo è stata la stessa multinazionale statunitense che ne ha detenuto la proprietà fino ad ora. L’assemblea dei soci della Esso ha infatti dato il via libera alla sottoscrizione di un accordo per la cessione del ramo di azienda che controlla non solo la raffineria siracusana, ma anche i depositi di carburante a Palermo, Napoli e nella stessa Augusta, con i relativi oleodotti. Una notizia storica che sancisce il primo investimento diretto degli algerini in Italia. A gennaio, l’amministratore delegato della Sonatrach aveva chiarito l’obiettivo dell’operazione, in quel momento ancora in fase di perfezionamento: trasformare su territorio italiano parte del petrolio greggio in carburanti, per poi importare in Algeria il prodotto finito a prezzi meno cari. A Esso, stando alla stampa algerina, andranno 580 milioni di euro. 

«Sonatrach – aggiunge adesso Abdelmoumen Ould Kaddour, Ceo della compagnia di Stato algerina –  è estremamente orgogliosa di effettuare in Italia, in particolare ad Augusta, il suo primo investimento internazionale nel settore della raffinazione». Le prime parole cercano quindi di tranquillizzare lavoratori e sindacati: «Ci impegniamo a mantenere i livelli occupazionali, la continuità gestionale, l’eccellenza operativa e gli elevati standard in materia di salute, sicurezza e ambiente. Il nostro obiettivo è una presenza di lungo termine, nell’ottica della sicurezza e dell’impegno per un dialogo costruttivo con la forza lavoro, le autorità e le comunità».

Preoccupati i sindacati. «Per noi è una dichiarazione choc – spiega Peppe D’Aquila, segretario dei chimici della Cgil – La trattativa è stata segreta fino a stamattina, la notizia ci preoccupa nel metodo innanzitutto, perché non solo non c’è stato confronto con i rappresentanti dei lavoratori, ma fino a due mesi fa Esso si è impegnata, attraverso il nuovo piano industriale, a investire su Augusta». Il riferimento è in particolare alla prevista fermata complessiva dell’impianto nel 2019 per provvedere alla manutenzione della struttura e migliorarne l’efficienza produttiva. Una fase in cui sarebbero stati coinvolti, solo di indotto, circa tremila lavoratori. «Che intenzioni ha adesso la Esso rispetto agli impegni presi?», chiede D’Aquila che sottolinea come la compagnia, presente ad Augusta da decenni, abbia «responsabilità anche sociali e ambientali». Ecco perché proprio stamattina le sigle sindacali hanno chiesto un incontro al ministero dello Sviluppo economico sia con Esso che con Sonatrach. «Da domani siamo in stato di agitazione e ci sarà una prima assemblea con tutti i lavoratori». Sono 800 quelli che al momento sono dipendenti diretti di Esso. 

Scatta adesso una fase di confronto e verifiche preliminari alla reale vendita della Raffineria. In particolare, comunicano da Esso Italia, «il perfezionamento del trasferimento del ramo d’azienda è subordinato a una serie di condizioni e vincoli di legge applicabili, inclusi il completamento del processo di informazione e consultazione con le rappresentanze sindacali e l’approvazione della competente autorità Antitrust. La cessione è prevista entro la fine del 2018. L’accordo – aggiungono – non ha riflessi sulle stazioni di servizio a marchio Esso, sui clienti, distributors e grossisti carburanti e lubrificanti, né su altre attività del Gruppo ExxonMobil in Italia».

La multinazionale sottolinea anche che collaborerà con Sonatrach per «assicurare una gestione attenta della transizione, con particolare riferimento al personale, alla sicurezza, alle relazioni con le comunità locali e alla tutela dell’ambiente. Nel corso della transizione la Esso Italiana continuerà ad assicurare una costante attenzione alla sicurezza e all’efficienza delle operazioni, e a garantire il rispetto degli impegni assunti con le autorità».

Con l’acquisizione dell’impianto siracusano, la compagnia algerina mette il primo tassello di una strategia più ampia che è stata descritta nei mesi scorsi:  ogni anno vengono raffinati nel Paese nordafricano 11,5 milioni di tonnellate di carburanti, ma l’Algeria ha un fabbisogno di un prodotto raffinato di 15 milioni di tonnellate. Sonatrach si è posta quindi l’obiettivo di raffinare parte del greggio all’estero, in risposta alla mancanza di capacità di raffinazione locale. I progetti per l’entrata in funzione di nuove raffinerie nel Paese nordafricano saranno completati infatti a partire dal 2019.

Salvo Catalano

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