di Silvia D’Alia
Non sono molto ‘ferrata’ in politica. E collaboro da poco con questa testata. Tuttavia, a giudicare da quello che ho visto in questa campagna elettorale di Palermo, trovo giusto che il Pd paghi un debito a Fabrizio Ferrandelli. E cercherò di spiegare anche il perché.
Ferrandelli non ha alle spalle una tradizione comunista. E non mi sembra che abbia militato nel Pd. Eppure ha accettato di candidarsi – a sindaco di Palermo, appoggiato dal Pd – prima alle primarie del 4 marzo, sfidando e battendo Rita Borsellino; poi alle elezioni comunali, andando al ballottaggio e perdendo al secondo turno: battuto con ‘l’onore delle armi’ da Leoluca Orlando.
Immagino che Ferrandelli ha creduto in quello che ha fatto. Competere a Palermo contro un gigante come Leoluca Orlando non è cosa facile. Soprattutto se, alla fine, si scopre di essere stati sostenuti da un partito del 7 per cento (tanto, se non mi sbaglio, è il consenso elettorale raccolto dal Pd d Palermo).
Bene, a questo punto chiedo e chiedo: non sarebbe giusto spingere il Pd a candidare Ferrandelli alle prossime elezioni regionali? Magari nel collegio di Palermo, al posto di Antonello Cracolici?
Credo che sia il minimo. Ferrandelli ha accettato una sfida difficilissima. Ora è giusto che il Pd gli dia un riconoscimento.
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