La polvere di San Teodoro

«Al viale San Teodoro potrebbe sorgere un centro sportivo d’eccellenza per il rugby, disciplina di grande valenza educativa, amatissima dai giovani librinesi». Queste erano le parole pronunciate il 3 Settembre del 2007 dall’allora assessore ai Lavori pubblici Filippo Drago che, per il completamento dell’opera, rientrante in un piano di riqualificazione da 40 milioni di euro per l’intero quartiere satellite di Librino, lanciava un appello per sollecitare l’intervento di privati.

A distanza di oltre un anno, l’impianto, comprendente oltre al campo da rugby anche un campo di calcio, due palestre, spogliatoi e servizi, è stato completato e utilizzato da numerose società sportive già nella scorsa stagione agonistica. Queste società erano però esclusivamente calcistiche, dato che il campo da rugby è inutilizzabile e le palestre sono inagibili. Per di più, l’assenza di un impianto di riscaldamento funzionante ha negato anche l’acqua calda.

Le parole dell’assessore Drago avevano fatto ben sperare società sportive come quella dei Briganti, che fa riferimento al centro culturale Iqbal Masih con sede proprio in viale San Teodoro: si potevano finalmente abbandonare i parcheggi dove i ragazzi erano costretti ad allenarsi.

Oggi però la situazione è ben diversa. Percorrendo il viale alla ricerca del centro sportivo, che dalla strada è difficile scorgere, non si trova nessuna segnalazione stradale che indichi quale sia la traversa per raggiungerlo. È quindi necessario farsi accompagnare da chi ha già, almeno una volta, utilizzato l’impianto. Imboccata la strada, mal asfaltata e piena di terriccio e pietre, ci si immerge in un luogo fatto di campi incolti e spazzatura. Infine si intravede l’entrata, che lascia spazio al campo di calcio e alle prime strutture in cemento, gli spogliatoi. La situazione di questa parte del centro è in condizioni quasi perfette. Ma lo spazio è spesso alla mercè dei bambini del quartiere, che utilizzano il campo stesso per corse e impennate con il motorino.

Il resto della struttura è invece in condizioni disastrose. Il campo da rugby, eccetto le tribune laterali, è irriconoscibile. L’erba alta dà l’idea di essere in aperta campagna. Sovrastanti il campo si trovano, infine, altre tre strutture, adatte ad ospitare campi da pallavolo e basket o palestre. Le prime due di queste sono piene di polvere, calcinacci e vetri, caduti dalle pareti e dal tetto. L’ultima più piccola struttura, invece, è quella nelle condizioni peggiori. I vandali l’hanno scelta come poligono di tiro e non solo. Tutte le pareti sono state, infatti, distrutte a colpi di martello, e il pavimento è di mattoni e polistirolo. Cavi elettrici rubati e servizi distrutti fanno da contorno. E questo, oggi, è il centro «d’eccellenza».

francescocurro

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