La dieta dello studente

Inizia un altro anno all’università, ed ecco che si ripropone di nuovo lo stesso problema: aule troppo piccole per poter ospitare decine di studenti “affamati” di cultura. Come affrontare la questione? Come far entrare decine di studenti in cunicoli arredati da lavagne e seggiole?

 

Step1 ha avuto un’idea geniale, una trovata che risolverà i problemi di tutti: la dieta dello studente.

 

Aule troppo piccole? Non è colpa delle strutture, siamo noi che ci stiamo allargando. E’ inutile ricordare che i paesi occidentali, tra cui l’Italia, sono quelli con il più alto numero di persone sovrappeso. E vogliamo parlare della vita dello studente? Studio, studio e studio. Una vita sedentaria alla ricerca del “posto a tavola” nel mondo del lavoro e poi il tempo libero a letto o al massimo in poltrona a guardare un reality show!!

 

Ecco che allora gli studenti si allargano! E non ci riferiamo mica al termine siciliano “allargarsi”, che significa esigere di più, anzi sembrerebbe tutto il contrario. Infatti le aule sono sempre più scomode e gli studenti sempre di più, ma la situazione sembra stare bene a tutti. Gli studenti si allargano, il giravite si allunga e le esili poltroncine delle aule iniziano a scricchiolare.

 

Ed allora ecco la nostra dieta per una giornata tipo all’università:

 

Colazione: Niente – è vero la colazione è il pasto più importante della giornata ma se vi fermate a mangiare latte e biscotti (come quelli della Mulino Bianco) rischiate di arrivare in ritardo e rimanere poi bloccati in via Passo Gravina o in via Sangiuliano. E anche se il quarto d’ora accademico vi da un po’ di respiro, il posteggiatore no, dovete sfuggirgli ogni giorno (questo ve lo conteremo come footing mattiniero).

 

Pranzo: Attenzione a cosa mangiate! – Potreste rimanere offesi (come diceva Rezzonico). Il bar della facoltà vi offre tante belle cose, ma i prezzi ormai fanno scappare pure i professori! Ma tra panificio, cantine e chioschi potreste rimanere in fila delle ore e di sicuro le lettrici non aspetteranno voi. Ed allora? Allora è meglio resistere e mangiare uno snack dalle “macchinette” (no, non siete voi, anche se i ritmi universitari lo esigerebbero), un mars, uno snicker, magari un caffé veloce e poi a studiare le lingue. Sognando per la cena un piatto di pasta o una fettina di carne.

 

Cena: Oh finalmente! – Siete a casa, sono le 21, avete appena fatto tre quarti d’ora di fila, la vostra macchina sembrava una scatoletta di tonno tra le altre, il tondo Gioieni per un attimo ha preso le sembianze di un’enorme ciambella, con i vigili urbani come gocce di cioccolato. Siete stai assaliti dalle allucinazioni culinarie ma adesso è tutto finito. Adesso tocca a voi e al vostro stomaco. Ma cosa succede: la Moratti in tv annuncia che ci saranno nuovi tagli (e di conseguenza le specialistiche faranno schifo)! La depressione vi assale, le lacrime vi scendono sulle gote scarne e smagrite, un bruciore allo stomaco vi sfianca. Ecco, l’appetito è passato. A letto senza cena, pronti per una nuova “splendida” giornata all’università. 

 

La dieta Step1 vi permetterà di perdere almeno 10 kg in appena un semestre didattico (oltre che la voglia di studiare).

 

Effetti collaterali:

– durante le lezioni di “Economia culturale”, vi lascerete andare a battute del tipo:“economia culturale? Io vorrei fare economia domestica, così imparo a cucinare l’anatra all’arancia!”

– nel corso della lezione di “Letteratura italiana”, alla lettura di un sonetto o di un poema in ottava vi rendete conto che, invece di prestare attenzione alla rima baciata, state fantasticando su un banchetto medievale, con il classico maialino in agrodolce con mela in bocca.

– mentre il professore di “Informatica” vi sta spiegando cos’è un hard disk, cliccate di nascosto sul sito di Antonella Clerici, www.iocucinoetumangi.com

 

Avvertenze: si consiglia di consultare la redazione di Step1 se si dovessero riscontrare voglie animalesche di mordere il braccio del proprio vicino di banco. In redazione, noi abbiamo le salse con cui condire gli arti dei nostri colleghi.

 

Giorgio Pennisi

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