La Catania-Ragusa sarà «pubblica e gratuita» L’impegno di Cancelleri: 500 milioni entro l’anno

«Un’alternativa al piano interamente pubblico non c’è. Anas è stata chiamata a comprare il progetto perché altrimenti sarebbe stato bocciato». È la prima volta che il numero uno di Anas Massimo Simonini guarda in faccia i sindaci interessati alla realizzazione dell’autostrada Catania-Ragusa e preoccupati dall’ondivago approccio del governo nazionale rispetto all’opera. A portarlo a Palazzo degli elefanti a Catania, allo stesso tavolo insieme ai primi cittadini, è il viceministro alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri. Un incontro che serve a fissare finalmente un punto fermo: «L’autostrada si farà interamente con fondi pubblici e sarà gratuita». Restano aperti due nodi delicatissimi: le risorse mancanti (circa 400 milioni di euro) e i tempi di realizzazione. 

Se sul secondo punto Cancelleri dice di «non voler annunciare date che poi potrebbero essere smentite, visto che non abbiamo ancora tutti gli elementi necessari a definirle», sul primo aspetto invece fa una promessa ai sindaci: «Entro la fine dell’anno il Cipe stanzierà i fondi necessari a realizzare interamente l’opera e a comprare il progetto dalla Sarc». La Società autostrada Ragusa Catania, di proprietà della famiglia Bonsignore, è titolare di una concessione per la progettazione e la costruzione dell’infrastruttura. E fino a pochi mesi fa sembrava avviata a essere il soggetto che l’avrebbe effettivamente realizzata. Poi qualcosa è cambiato. Stando a quanto ribadito oggi dal viceministro pentastellato, l’ostacolo insormontabile è stato il ministero dell’Economia. «Il Mef ha bocciato la bancabilità del soggetto privato – spiega Cancelleri – Toninelli ha provato a creare una società mista pubblico-privata insieme a Sarc, ma non c’è stato verso di far cambiare idea all’ex ministro Tria». 

Parole che generano il malumore dei sindaci presenti, che mai hanno potuto conoscere le ragioni di questa bocciatura. «Ci facciano leggere le carte e siamo pronti a ritirare il ricorso presentato, il ministero smetta di tenerle nascoste», chiede Sebastiano Gurrieri, primo cittadino di Chiaramonte Gulfi. «Andrò personalmente al Mef a prendere questi documenti», è l’impegno di Cancelleri. 

La strada ormai sembra segnata: opera da realizzare in otto lotti che dovranno andare avanti in contemporanea e affidati a imprese diverse per evitare un altro caso Cmc, la cui crisi ha bloccato la Caltanissetta-Agrigento. Il valore dell’infrastruttura ammonta a circa 800 milioni di euro. La Regione siciliana da cinque anni ha blocato 217 milioni di fondi Poc da spendere entro il 2023. L’Anas ha già in pancia un finanziamento di 150 milioni. In totale, quindi, il pubblico ha a disposizione 367 milioni. Tagliando fuori il privato restano da trovare circa 500 milioni di euro. «Dal Cipe mi hanno assicurato che ci daranno le risorse che servono in aggiunta all’attuale contratto di programma», sottolinea il numero di Anas Simonini, provando a dare risposta alle preoccupazioni dell’assessore regionale Marco Falcone sull’effettiva capacità da parte dello Stato di recuperare le risorse necessarie. «Con l’opera pubblica – precisa l’esponente del governo Musumeci – ci vorranno tra i 30 e i 36 mesi per far partire i cantieri».

Proprio per accelerare i tempi, Cancelleri ha indicato la strada del commissariamento. Inserire, cioè, la Catania-Ragusa tra le opere del decreto Sblocca Cantieri soggette a un iter straordinario e più veloce. «Per farlo, però – precisa il viceministro – l’Anas deve essere l’unico concessionario, altrimenti tecnicamente torniamo al regime ordinario». Ed eccolo l’altro nodo. La Regione è arrivata alla riunione di oggi di tutt’altro avviso: «Visto che partecipiamo con 217 milioni, vogliamo che il Cas entri in una società di scopo insieme ad Anas come concessionario», ha annunciato Falcone che però, dopo le parole chiare di Cancelleri, ha fatto marcia indietro: «Facciamo un ulteriore atto di affidamento, ma entro novembre – conclude – il Cipe deve approvare il finanziamento definitivo».

Salvo Catalano

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