Italia-Germania, storia di una sfida infinita

La storia dice Italia, ma la storia non conta. Questa sera allo stadio Nazionale di Varsavia andrà in scena la più classica delle semifinali, Italia-Germania: in palio la finale continentale.


Era il 17 giugno 1970, erano le tre di una calda notte italiana, quando allo stadio Azteca di Città del Messico azzurri e teutonici fecero la storia del calcio: una sfida emozionante, per certi versi drammatica, dal punto di vista sportivo ed emozionale di tutti i milioni di appassionati e tifosi all’ascolto. Un risultato rocambolesco, 4-3 maturato dopo i tempi supplementari. Quando il pallone calciato da Gianni Rivera alloscadere dell’ultimo minuto di recupero, appena un attimo dopo il nuovo pareggio tedesco, si infilò alle spalle del portiere Maier tutta l’Italia si unì in un urlo di liberazione, per una partita che portò gli azzurri di Valcareggi a giocarsi la finale mondiale.

Fu il primo atto di una storia infinita, che vede Italia e Germania contendersi coppe e finali da oltre 40 anni. Dodici anni dopo quella che fu definita la “partita del secolo”, azzurri e panzer tedeschi tornarono ad affrontarsi nella finale della coppa Rimet, com’era allora chiamata la coppa del Mondo. Fu ancora una volta un tripudio azzurro con le reti di Rossi, Tardelli e Altobelli, e il gol della bandiera Breitner.

La storia parla anche di sfide molto più lontane, come quella storica per certi versi del 1933, quando al ‘Vittoriale‘ di Bologna a rubare la scena alla vittoria per 3-1 degli italiani sui tedeschi fu un giovane giornalista al suo esordio assoluto Niccolò Carosio, che battezzò così la prima radiocronaca ufficiale di una partita di calcio.

Dal ’33 al 2006, c’è di mezzo un secolo, il progresso ha trasformato il modo di comunicare e dai primi passi delle radiocronache si arriva così alle telecronache moderne e alle trasmissioni delle gare in tv con svariate telecamere.

Nel 2006, appunto, Italia e Germania si affrontarono di nuovo, ed è storia recente: 0-2 nei tempi supplementari con Grosso e Del Piero che strapazzano i tedeschi padroni di casa e lanciano gli azzurri verso un sogno, quello di giocare e vincere la finale di Berlino contro la Francia.

Questa è storia, la storia del calcio moderno, fatta da due squadre, due nazionali, che da un secolo duellano per la supremazia sportiva. La tradizione è dalla parte italiana, ma questa sera allo stadio Nazionale di Varsavia i tedeschi non saranno quelli di una volta: la globalizzazione ha portato sempre più a nazionali multietniche e la Germania della mescolanza di stili e caratteristiche diverse si è fatta fautrice nell’ultimo decennio. Dai tedeschi rocciosi, grintosi, bravi più a reagire che ad agire, oggi si passa a giocatori bravi tecnicamente, amanti del possesso palla e del bello stile.

Stile di gioco che contraddistingue quest’Italia di Cesare Prandelli, volta sempre al gioco offensivo, che preferirebbe andare a casa piuttosto che snaturare quanto fatto negli ultimi due anni di lavoro. Stile e possesso palla, fraseggio breve e invenzioni geniali. Il genio che nella storia ha sempre contraddistinto l’italianità potrà essere l’arma in più per battere i tedeschi e scrivere un nuovo capitolo di un’affascinante storia, quella di Italia e Germania.

Foto di prima pagina tratta da storiedicalcio.altervista.org

 

Davide DAvenia

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