Luca Ferlito ha presentato le dimissioni da commissario del parco dei Nebrodi. Oggi il comandante del nucleo operativo del Corpo forestale di Catania, nominato lo scorso febbraio da Nello Musumeci alla guida dell’ente, ha inviato una lettera al governatore in cui motiva il suo passo indietro. Una scelta legata al coinvolgimento nell’indagine Aetna, con cui la Guardia di finanza ha smantellato un presunto sistema di corruzione negli appalti e delle escursioni sull’Etna che ha garantito per anni il monopolio del gruppo Russo Morosoli sul vulcano. Ferlito è indagato per rivelazione di segreto d’ufficio e lascia l’incarico al parco dei Nebrodi per potersi difendere dalle accuse che gli avanza la Procura di Catania. Nella lettera il commissario si dice certo della sua innocenza, ma allo stesso tempo addolorato per quanto successo.
In particolare, Ferlito viene intercettato dai militari mentre confida a Salvatore Di Franco, braccio destro di Russo Morosoli, che avrebbe effettuato un controllo alla società Etna Mobility, rivale proprio di Russo-Morosoli, che a inizio 2018 ha ottenuto il servizio di trasporto turistico sulla pista di Piano Provenzana, a Etna Nord. «Io ora, sabato pomeriggio, ci salgo a muta muta, ci salgo verso l’una e li stronco a tutti». Successivamente, stando alle contestazioni, insieme a Orazio Di Stefano (dipendente del Parco dell’Etna) avrebbero rivelato i contenuti del verbale a Biagio Ragonese, presidente del collegio delle guide alpine, prima ancora che il documento venisse mandato agli enti competenti, cioè alla Prefettura.
La Procura aveva chiesto l’arresto di Ferlito e gli ha contestato anche l’accusa di corruzione, che però il gip non ha ritenuto valida. Secondo i pm etnei, la Merid srl, concessionaria di auto del gruppo Russo-Morosoli, avrebbe accettato un assegno post datato presentato da un ristoratore conoscente di Ferlito, proprio in virtù dei rapporti di favore che sarebbero intercorsi con il comandante della forestale. Ma il giudice smonta il presunto «accordo corruttivo». «Poiché il Ferlito intratteneva rapporti confidenziali con il Russo Morosoli e il Di Franco (la cui ditta operava da oltre 40 anni nella sua zona d’intervento) – scrive il gip – (il ristoratore ndr) spendeva effettivamente il nome del Ferlito (con cui aveva in effetti parlato della riparazione) per avere uno sconto/finanziamento commerciale (pratica di per sé lecita); ma senza che ciò implicasse necessariamente un accordo corruttivo a monte».
Il presidente Musumeci ha accettato le dimissioni, anche se avrebbe puntualizzato che «per lui non erano necessarie». Già nei giorni immediatamente successivi alle indagini Ferlito aveva chiesto di essere spostato dal ruolo di comandante del nucleo operativo del Corpo forestale di Catania. Vicino al presidente della Regione, il suo nome era tra quelli in pole anche per la nomina a presidente del parco dell’Etna. Secondo le prime indiscrezioni, a succedergli al parco dei Nebrodi potrebbe essere il commercialista Domenico Barbuzza, consigliere comunale di Forza Italia a Sant’Agata di Militello, sebbene sia ancora da vagliare se il professionista abbia i requisiti per ricoprire quel ruolo. A meno che Musumeci non preferisca rinviare ancora la nomina di un presidente, optando invece per quella di un nuovo commissario.
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