Un passo indietro, dopo una carriera ai vertici dell’amministrazione regionale, e non un tentativo di evitare l’arresto. Andrebbe letta così, ma in questa fase è legittimo immaginare anche interpretazioni alternative, la decisione di Natale Zuccarello di dimettersi dal ruolo di capo del Genio civile di Catania. La scelta è stata presa – così come aveva appreso MeridioNews – il giorno stesso in cui la guardia di finanza ha citofonato nella sua abitazione con un decreto che disponeva la perquisizione e il sequestro di documenti. E ancora prima che Zuccarello contattasse il proprio legale. «Nessun timore di arresti, il fatto che le dimissioni siano state inviate ancora prima che l’ingegnere mi contattasse – commenta a MeridioNews l’avvocato Nino Grippaldi – dimostra come non abbia nulla a che vedere con strategie difensive».
Alla fine, oltre ad atti in qualche modo riconducibili a gare d’appalto, i finanzieri hanno portato via anche denaro contante. Il sospetto è che le somme possano essere frutto di tangenti per presunti favori fatti nella fase di affidamento dei lavori. «Poche migliaia di euro, che dimostreremo fossero detenute legalmente perché appartenenti alla moglie e frutto di prelievi dal bancomat – continua il legale -. Il sequestro è un atto dovuto, previsto dalla normativa, ma contiamo di ottenere il dissequestro in pochi giorni».
Intanto oltre a Zuccarello, a presentare le dimissioni è stato anche Saverio Verde, il funzionario e collaboratore di Zuccarello che in alcune delle procedure finite sotto la lente della procura di Catania compare come responsabile unico del procedimento. L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Fabio Regolo e che coinvolge diversi imprenditori, ruota a più di un’ipotesi di reato. Oltre alla turbativa d’asta, vengono contestati anche la corruzione e la frode nelle pubbliche forniture.
La notizia delle dimissioni è stata ufficializzata ieri dall’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone, insieme all’annuncio che la guida degli uffici di via Lago di Nicito passerà ad interim a Salvatore Lizzio, l’attuale direttore del Drt, il dipartimento da cui dipende il Genio civile. Falcone, con una nota, afferma come sia giusto che la magistratura intervenga «dove si segnalano zone d’ombra o di opacità», ma al contempo ribadisce il proprio giudizio positivo sull’operato degli uffici catanesi. «Ci conforta la certezza di aver visto in questi tre anni – scrive l’esponente della giunta Musumeci – uno straordinario impegno da parte di tutto il Genio civile etneo, ufficio capace di avviare, per i lavori pubblici nel Catanese, un significativo e tangibile rilancio».
Adesso resta da capire quale sarà l’evoluzione della vicenda, specialmente dal punto di vista della strategia difensiva che sceglierà Zuccarello. Attualmente imputato nel processo Piramidi – con una richiesta di misura cautelare rigettata -, nato dal blitz che svelò un intricato e ambiguo rapporto tra imprenditori, funzionari pubblici e soggetti legati alla criminalità organizzata. «C’è un dialogo aperto con gli inquirenti, l’ingegnere ha fornito spontaneamente tutto ciò che gli è stato chiesto, mostrando massima disponibilità», chiosa il legale dell’ormai ex capo del Genio civile etneo. Parole che, al momento, non escludono qualsiasi tipo di scenario, compresa la possibilità che la disponibilità si trasformi in vera collaborazione. Anche nella consapevolezza delle previsioni normative introdotte con la legge Spazzacorrotti.
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