Vorrei ma non posso. Bisognerà aspettare il prossimo 18 giugno per avere un verdetto- o almeno così dovrebbe essere – sul processo nato sull’inchiesta nel mondo della Sanità etnea. Al centro della vicenda gli incarichi nell’ambito di progetti finanziati e approvati dall’assessorato alla Salute della Regione Siciliana attribuiti a predestinati o a dei congiunti attraverso bandi predisposti ad hoc ed esami pilotati nel concorso per la nomina a direttore amministrativo dell’Ordine dei medici di Catania. Tra i nomi eccellenti quello degli ex assessori regionali Antonio Scavone e Ruggero Razza. Ed è proprio per la posizione di quest’ultimo, che nella scorsa legislatura era ai vertici della Sanità regionale, che il giudice per l’udienza preliminare Carlo Cannella ha disposto il rinvio dell’udienza. Il legale del politico, l’avvocato e sindaco di Catania Enrico Trantino, ha chiesto lo slittamento appellandosi al legittimo impedimento. Il suo assistito è intenzionato a rendere dichiarazioni spontanee ma non è potuto essere presente. Un periodo, quello attuale, in cui la campagna elettorale è entrata nel vivo e in cui Razza ambisce a un seggio a Bruxelles con Fratelli d’Italia. Sull’eventuale rinvio a giudizio se ne riparlerà quindi il 18 giugno, passati dieci giorni dalla tornata elettorale.
L’ex assessore è accusato di concorso in turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati è finita la procedura per la selezione di un incarico relativo a un esperto di elaborazione report, per conto dell’Ordine dei medici di Palermo, nell’ambito di un progetto presentato dall’azienda Policlinico di Catania. L’ex assessore regionale, insieme a due suoi segretari (entrambi indagati) nelle vesti di intermediari, avrebbe raccomandato F. F. (quest’ultimo nipote di un ex deputato regionale autonomista di Catania di professione ortopedico) così da fargli ottenere un incarico del valore di 10mila euro. Nella vicenda giudiziaria, tra gli altri, ci sono anche l’ex presidente dell’ordine dei medici di Catania, Ignazio La Mantia e Giuseppe Arcidiacono, cardiologo e dirigente medico dell’ospedale Garibaldi centro ed esponente di Fdi che si era candidato a sindaco di Catania per poi ritirarsi.
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