In bici fino ai borghi fantasma di Francavilla Creati per contadini, usati per stalle e softair

Borghi fantasma, cadenti e disabitati, in cima alle colline che sovrastano Francavilla di Sicilia. Sono sette, figli della riforma agraria che la Regione Sicilia provò a mettere in atto subito dopo la seconda Guerra mondiale. Trasformati oggi in set preferito per gli amanti del softair e in stalle e fienili per i pastori dei Nebrodi. Domani, domenica 20 marzo, l’associazione Mountain Bike Messina organizza un’escursione in bici per riscoprire questi villaggi. Un evento nato in sordina ma a cui hanno risposto oltre 1.500 persone su Facebook, che si sono dette interessate all’iniziativa. «Pensavamo di essere non più di 25, mai avuto questo riscontro», spiega Federico Stella, presidente del gruppo di cicloamatori messinesi. 

La storia dei borghi fantasma di Francavilla affonda le sue radici negli anni ’50. Spazzato via il fascismo, bisognava ridistribuire le terre dei latifondisti ai contadini. Con questa finalità l’Eras (Ente per la Riforma Agricola in Sicilia) acquista dalla contessa Maria Maiorca Mortillaro per 23 milioni di lire un grande terreno incolto che copre un’area che va da 400 a 900 metri di altitudine. Qui l’impresa Arcovito di Messina costruisce sette villaggi per un totale di 164 appartamenti destinati ai contadini che ne avessero fatta richiesta. Valore dell’operazione: un miliardo di lire. Nascono i borghi Schisina, San Giovanni, Bucceri/Monastero, Pietra Pizzuta, Malfìtana, Piano Torre, Morfia. Il più importante è borgo Schisina, dove vengono collocati anche l’ufficio postale, i carabinieri e una delegazione comunale. Ma con una non trascurabile dimenticanza: i villaggi non vengono dotati di acqua corrente, né di luce elettrica. «Le costruzioni si rivelano scadenti, i tetti a terrazza soffrono di ampie infiltrazioni d’acqua quando piove e le case sono calde d’estate e fredde d’inverno – spiega Stella – Il risultato fu che non vennero mai veramente abitati, la gente tornava a casa la sera, nessuno voleva rimanere in quel posto dimenticato da Dio, raggiungibile solo da trazzere sterrate».

In pochi anni i borghi si svuotano completamente. O quasi. L’unico che continua a frequentarli sembra essere l’allora ministro dell’Interno, Franco Restivo. «Ci veniva in elicottero – racconta Rodolfo Amodeo, giornalista di Francavilla che ha approfondito la vicenda dei villaggi fantasma – perché era imparentato con i proprietari, la nobile famiglia palermitana dei Majorca Pecoraro. In tanti, specie gli anziani, a Francavilla ricordano ancora il passaggio sulle loro teste di quel velivolo diretto ai villaggi, dove l’eminente politico faceva ritorno ad ogni fine settimana e nelle festività». Ma una di queste visite, secondo quanto raccontano gli anziani del paese, risulta fatale al ministro. «Proprio a Schisina – racconta Amodeo – morì perché si era incautamente immerso nella vasca da bagno subito dopo aver pranzato, un aneddoto che qui a Francavilla conoscono tutti». Successivamente quelle case abbandonate vengono scelte dai registi Michelangelo Antonioni e Roberto Rossellini per girare rispettivamente alcune scene del film L’avventura e il documentario Idea di un’isola.

Al di là della storia, resta l’incognita sul futuro di questi borghi, ormai in gran parte a rischio crollo. Santi Di Pietro, studente universitario originario di Francavilla, ha recentemente dedicato a questi villaggi la sua tesi di laurea in Architettura. Ipotizzando la trasformazione di borgo Schisina in un moderno frantoio. «Mi è venuto in mente perché Francavilla è diventata città dell’olio – spiega – potrebbe essere la molla per far ripartire i campi incolti e avviare un ciclo virtuoso. Ho progettato un frantoio con architettura contemporanea, comprensivo di spazi per etichettatura e imbottigliamento». Tuttavia nessuno finora si è interessato al progetto del giovane architetto. 

Intanto domani cicloamatori e curiosi si arrampicheranno fino ai 900 metri di di Borgo Piano Torre, il più alto dei sette villaggi. Partenza prevista alle 8.30 dal paese di Francavilla. Si proseguirà in direzione di Portella Mandrazzi, dopo una decina di chilometri, a un bivio nascosto e non segnalato in un tornante, si svolterà per raggiungere il primo dei borghi fantasma. In totale una quarantina di chilometri per circa mille metri di dislivello.

Salvo Catalano

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