Immigrazione in crescita a Catania «Sono i richiedenti asilo di Mineo»

Immigrati in crescita a Catania secondo l’ultimo rapporto Migrantes, redatto dalla Caritas. Nell’ultimo anno un boom del 10 per cento che ha portato la provincia etnea a ospitare quasi 26mila stranieri, il 2,5 per cento della popolazione. Dieci anni fa erano appena 9mila, meno dell’1 per cento. Nonostante l’ultimo dato nazionale del 7,5 per cento sia ancora lontano, l’eccezionale incremento degli ultimi dodici mesi ha una spiegazione semplice e complessa insieme: il Cara di Mineo.

A commentare i dati dell’annuale dossier statistico sull’immigrazione anche padre Valerio di Trapani, direttore della Caritas di Catania, che ha sottolineato come rispetto a dieci anni fa sia cambiato il profilo dell’immigrato tipo e – di conseguenza – anche i problemi. Se prima, infatti, la maggioranza dei migranti proveniva dall’est europeo, principalmente dalla Romania, adesso «a causa del Centro di Mineo ci sono molte persone che vengono a Catania per fare richiesta di asilo, provenienti da guerre e in particolare da quella in Libia, ma anche dalla Somalia, dall’Eritrea, dalla Nigeria o dal Ghana. Spesso – continua Padre Valerio – si tratta di persone ferite sia nel corpo che nello spirito».

I problemi da affrontare iniziano con le attese molto lunghe per il disbrigo delle necessarie pratiche burocratiche che, secondo padre Valerio, non fanno altro che peggiorare la situazione. «Soprattutto le donne appaiono particolarmente fragili, molte sono in stato di gravidanza, si tratta di storie drammatiche. Il vero problema però – continua il sacerdote – è che il fenomeno dell’immigrazione fino a oggi è stato gestito come una situazione di emergenza e di polizia. I nuovi arrivati possono invece contribuire alla vita e al progresso della nostra nazione, non sono rare le espressioni di imprenditoria di immigrati con storie di successo».

Sulla stessa lunghezza d’onda Francesco La Monica, responsabile del dossier Migrantes per la Sicilia. «E’ proprio questa la grande sfida, perché questi ragazzi che crescono qui rappresentano un futuro importante per un territorio quasi a crescita zero – dichiara -. Da tenere in considerazione è l’aspetto lavorativo: la provincia di Catania ha perso posti di lavoro nel settore industriale, mentre in quello agricolo l’occupazione dei migranti è in aumento».

[Foto di Punk Jazz]

Leandro Perrotta

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