Deve essere in atto una sfida. Non dichiarata, senza proclami, ma una sfida. Non altro se non il lancio di un guanto può spiegare l’ostinazione con cui gli operatori Amia si rifiutano, a 15 giorni dalla travolgente vittoria di Leoluca Orlando, di pulire la città. Tralasciamo naturalmente gli amministratori occupati a sgombrare le scrivanie che così infruttuosamente hanno occupato. Ma gli operatori? Loro resteranno. Quale migliore occasione per mostrare una nuovadiligenza in queste settimane: svuotando i cestini, spazzando le strade, rimuovendo l’immondizia.
Invece no. In attesa della burrasca (una inevitabile rivoluzione aziendale che corregga lo sfascio e gli abusi) preferiscono fare come sempre: non lavorare o lavorare male. Dovrebbero sapere che tra i desideri primissimi dei palermitani che hanno votato Orlando, ma anche di quelli che non lo hanno votato, c’è un recupero del decoro e della decenza della città. Potrebbero cambiare prima dell’arrivo delle maniere ruvide, ma forse pensano che passata la piena dell’entusiasmo si continui nel solito andazzo.
Foto di prima pagina tratta da yourban.net
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