Il ranking degli orrori dell’università italiana In classifica anche le linee guida catanesi

Capodanno, tempo di classifiche. Dischi, film, eventi, gossip. E anche orrori. Quelli dell’università italiana che ha vissuto 365 giorni in bilico tra le nuove misure imposte dal Governo tecnico e i problemi che si trascinano da tempo immemore. Il blog Roars – Return on academic research, network di docenti e ricercatori universitari, ha elencato i dieci avvenimenti peggiori accaduti al mondo accademico nazionale. «Non volevamo fare una classifica qualunque, abbiamo pensato di fare una classifica degli orrori  – scrivono nella presentazione – selezionando dieci degli episodi più raccapriccianti degli ultimi dodici mesi». Dichiarazioni di esperti o docenti illustri membri di commissioni nazionali, ma anche il Tirocinio formativo attivo, la selezione ufficiale dell’Anvur delle riviste scientifiche, il taglio da 300 milioni alle casse del Miur. Spazio anche per l’università etnea, con le famose linee guida comportamentali nel caso di apertura di procedimenti disciplinari.

Dodici mesi ricchi di avvenimenti da ordinare in base al grado di orrore. A decidere la classifica saranno gli stessi lettori del blog: «Attenendoci scrupolosamente al manuale di Nonna Papera – la bibliometria dell’Agenzia nazionale di valutazione, ndr – abbiamo selezionato un episodio per mese, per un totale, se la matematica non è un’opinione, di 10 episodi in 12 mesi», spiegano ironicamente i redattori del blog.

Primo concorrente in questa stranissima gara è la dichiarazione di Sergio Benedetto, coordinatore della commissione di Valutazione della qualità della ricerca italiana: «Tutte le università dovranno ripartire da zero – ha dichiarato a Repubblica – E quando la valutazione sarà conclusa, avremo la distinzione tra research university e teaching università. Ad alcune si potrà dire: tu fai solo il corso di laurea triennale. E qualche sede dovrà essere chiusa. Ora rivedremo anche i corsi di dottorato, con criteri che porteranno a una diminuzione molto netta». Insomma: pronti, partenza, si chiude (per alcuni). I giovani docenti-zombie di Giovanni Federico, membro dell’Anvur, concorrono al secondo posto. Al terzo troviamo le vituperate linee guida catanesi. Sospese tra mille polemiche lo scorso novembre, non sono state però abolite. I vertici catanesi hanno chiesto al governo guidato da Mario Monti una modifica della legislazione nazionale, ma – si legge su blog Roars – «posto che il governo è dimissionario e una modifica della Legge 240 appare assai improbabile, ci chiediamo: dopo che l’hanno richiesto, tra gli altri, tutti i sindacati, il CUdA e le sigle che hanno organizzato l’Assemblea nazionale del 26 ottobre, a quando la revoca, oltre la sospensione?».

La speciale lista prosegue con il Tfa, la selezione delle riviste scientifiche accreditate (Airone, Yacht Capital, Suinicoltura, il Mattino di Padova), il buco da trecento milioni di euro nel finanziamento alle università, le soluzioni degli economisti italiani per salvare il sistema accademico, i calcoli per determinare i curricula dei docenti, i rompicapo di origine giapponesi per accedere ai finanziamenti. Dulcis in fundo, i problemi della relazione con il mondo del lavoro (e il ministro Elsa Fornero).

Difficile dare una preferenza netta. Per venire incontro ai votanti, il network tranquillizza addetti ai lavori e non: «Ci rendiamo conto che il rischio è quello di fare un torto ai partecipanti al ranking degli orrori, attribuendo loro un posizionamento sbagliato. Ci scusiamo anche di questo. Ci dispiace. Se così sarà, però, cercheremo di riparare, e di ingraziarci tutti partecipanti ex post, mettendoli tutti, a pari merito, al primo posto».

 

[Foto di Roby Ferrari]

Carmen Valisano

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