Nei prossimi giorni, si parlerà di Palermo in un importante convegno internazionale. Si tratta di Habitat III, la conferenza delle Nazioni Unite sui temi dell’housing e dello sviluppo urbano sostenibile che si svolge ogni venti anni. L’edizione 2016 si svolgerà a Quito, in Ecuador, dal 15 al 20 ottobre. La manifestazione si prefigge l’obiettivo di rafforzare l’impegno mondiale sul tema dell’urbanizzazione sostenibile e dell’attuazione di una Nuova Agenda Urbana.Tra i partecipanti al convegno, quest’anno ci sarà anche PUSH, il laboratorio di design fondato a Palermo nel 2013 da un team di giovani ricercatori che si occupano di ricerca applicata nell’ambito dell’innovazione dei servizi e della sostenibilità urbana in contesti marginali. Combinando assieme creatività e tecnologia, il team multidisciplinare progetta, realizza e testa soluzioni per migliorare la vita dei cittadini e il futuro delle città.
Sono tre gli eventi di PUSH inseriti nel ricco programma della conferenza. Un “datathon” per lo sviluppo del dataset dell’app sul turismo, gratuita e collaborativa, Open Tour Quito, di cui farà la presentazione Domenico Schillaci; un workshop sulla gamification in ambito urbano dove Salvatore Di Dio presenterà MUV, l’app che trasforma in un gioco la mobilità sostenibile; infine, un “side event” a tema Street art, con la proiezione del documentario Borgo Vecchio Factory, seguito da una breve presentazione – tenuta da Mauro Filippi – di Street Art Factory, la galleria d’arte online che informa su opere urbane e street artist, e che investe il profitto per finanziare laboratori artistici per bambini.
«Siamo molto orgogliosi di essere stati selezionati e di poter condividere il nostro approccio e i nostri progetti durante questo evento storico – commenta il direttore e co-fondatore di PUSH Salvatore Di Dio. «Siamo un gruppo giovane e la nostra ricerca è considerata molto ambiziosa. Avere l’opportunità di contribuire ad Habitat III – continua Di Dio – è per noi la conferma che con idee nuove, una buona dose di coraggio e una semplice connessione internet, si possa davvero arrivare dappertutto. Anche dove non ci saremmo mai neanche lontanamente sognati».
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