Il Governo ritarda i pagamenti e 170 lavoratori del Ciofs rischiano il posto di lavoro

L’ESECUTIVO REGIONALE CONTINUA A MASSACRARE GLI ENTI FORMATIVI VIRTUOSI NEGANDO O RINVIANDO LE RETRIBUZIONI. LA STORIA DI UN ALTRO ENTO FORMATIVO AL COLLASSO ED A RISCHIO FALLIMENTO

Un bel regalo di Natale, quello confezionato dall’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, e dalla dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale al ramo. Il Centro italiano opere femminili salesiane. (Ciofs), ente ecclesiastico che eroga da decenni la formazione ai minori in obbligo scolastico, alza bandiera bianca.
In una lettera indirizzata al personale l’ente ha comunicato la sospensione delle attività formative a partire dal primo gennaio 2014. La decisione sarebbe la conseguenza dei ritardi nell’erogazione dei pagamenti, orami ingiustificatamente fermi da troppi mesi. Nella nota l’ente precisa che la scelta sarebbe obbligata a interrompere le attività “in assenza di presupposti oggettivi, verificabili e certi”.
Più volte dalle colonne del nostro giornale abbiamo raccontato delle difficoltà in cui versavano gli enti formativi virtuosi nel garantire l’attività formativa in assenza di finanziamenti maturati e non erogati da parte dell’amministrazione regionale. Il rischio di chiusura del Ciofs è stato denunciato dai 170 lavoratori come riportato dal Giornale di Sicilia.

“Negli ultimi anni – hanno dichiarato i lavoratori – le attività hanno subito forti difficoltà a causa di ingenti ritardi nei finanziamenti regionali, causando via via un indebolimento da parte dell’ente di formazione, che dovendo portare avanti le attività ha continuato ad anticipare denaro”. Secondo quanto riferito dal Ciofs, ammonterebbe a 6 milioni di euro l’anticipazione dell’ultimo anno per far fronte agli impegni assunti con le famiglie dei minori a rischio dispersione scolastica. Una situazione al limite del paradosso che è l’emblema del fallimento dei questo Governo regionale, che avrebbe messo in ginocchio diversi enti virtuosi e perbene. Se è vero che ha ereditato ritardi dal precedente esecutivo, che ricordiamo vedeva nella propria maggioranza anche il PD, nulla avrebbe fatto l’attuale assessore Scilabra per ripianare i ritardi, sbloccare gli arretrati ed allineare i pagamenti all’affettiva attività erogata dagli enti formativi.
Si spiega solo così che in alcuni casi i lavoratori di alcuni enti abbiano maturato ben 24 mesi di stipendi senza l’ombra di un minimo pagamento da parte degli uffici dell’assessorato. I dipendenti del Ciofs non percepiscono le mensilità da nove mesi e se di pensa che il Governo Crocetta opera già da un anno, viene difficile rimbalzare la responsabilità politica al vecchio esecutivo dell’ex presidente Raffaele Lombardo.
E’ inutile, insomma, che l’assessore Scilabra cerchi oggi di scaricare le proprie inefficienze sul passato Governo: è le la responsabile politica dell’attuale sfascio del settore: lei e il Partito del quale fa parte: il PD.

La dichiarazione rilasciata al Giornale di Sicilia dall’assessore Scilabra, infatti, lascia basiti. L’assessore addebita la responsabilità di quanto sta accadendo ai ritardi nella rendicontazione degli anni precedenti e non al fallimento nella gestione degli uffici governati dalla dottoressa Corsello e di in un quadro finanziario poco chiaro che non direbbe la verità sull’effettiva disponibilità di risorse finanziarie.
Che fine avrebbe fatto una parte dei 2 miliardi del Fondo sociale europeo del periodo 200z/2013 resta un mistero che né il Governo Lombardo, né quello di Crocetta hanno mai chiarito. Che fine avrebbe fatto il finanziamento della seconda annualità, visto che le attività, stante a quanto deciso dalla Scilabra, sarebbero partire l’8 giugno scorso ma dell’anticipazione del primo 25 per cento non vi sarebbe ancora traccia?
Un fallimento su tutta la linea politica come abbiamo già scritto in un nostro precedente articolo. Che senso ha rispondere alla necessità di sbloccare i pagamenti nell’ambito strategico dell’Oif per sanare situazioni limite come quella del Ciofs parlando dell’iniziativa di una legge regionale di settore anzichè con l’apertura delle casse regionali per pagare?
Tempi e modalità che nulla hanno a che fare con le soluzioni concrete alle criticità più volte richieste dagli operatori del settore per dare una sterzata alla crisi. Non c’è niente da fare, questo Governo viaggia scollegato dalla realtà e non fa ben sperare per il futuro. Un insieme di proclami e slogan che a distanza di un anno non hanno prodotto alcun effetto positivo concreto, ma solo enormi danni.
Se ne faccia una ragione il presidente della Regione e decida, una volta per tutte, di cambiare aria, azzerare organo politico e amministrativo, rimuovere l’assessore Scilabra e la dottoressa Corsello e impiantare un percorso urgente di risanamento del settore. Sperando che questo possa bastare e che non si annidino ulteriori condizionamenti politici. L’alternativa sarebbe la chiusura definitiva degli enti virtuosi e l’assegnazione delle attività formative al Ciapi di Priolo, pratica che secondo il segretario generale della Regione siciliana, Patrizia Monterosso, sarebbe illegittima. Oppure a qualche gruppo imprenditoriale vicino “agli amici degli amici”. In politica ci sta tutto purché vi sia chiarezza nella’azione, quella che è mancata finora al governo della rivoluzione fatto di parole e poco altro.

Giuseppe Messina

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