«Il futuro è sotto una buona stella con il Fondo Sociale Europeo». Questa è la frase ad effetto scelta dall’Autorità di Gestione del FSE Sicilia come intestazione del proprio sito web. Peccato che al momento il futuro appaia cupo, e di stelle in cielo non se ne vedono. Tralasciando che a marzo 2015 si cerca ancora una destinazione ai fondi 2007-2013, a creare perplessità in questo caso è l’ennesima dimostrazione di una scarsa accessibilità ai bandi pubblici che di pubblico sembrano avere ben poco. I bandi in questione sono tre, indetti dall’Acli Catania, Associazione Europagenda e Associazione Soleluna (entrambe con sede a Palermo), rispettivamente per i progetti Sfera, Casa e putìa e In.T.E.S.A.
I bandi sono finalizzati alla «ricerca e selezione di risorse umane» da impiegare nella «valutazione delle competenze e delle operazioni», in «docenze di lingua inglese» per formare minori nella gestione di bed & breakfast, e anche «nell’esecuzione di fotocopie, fascicolazione e attività di fattorinaggio» per un progetto di inclusione sociale di soggetti svantaggiati, stando a quanto scritto nei documenti pubblicati nel sito.
Mansioni aperte a tutti in pratica, giovani e meno giovani in possesso o meno di alti titoli di studio. Con questo però non si vuole entrare nel merito dei bandi, quanto nella loro bizzarra tempistica; essi infatti sono stati approvati il 2 marzo del 2015, pubblicati sul sito sicilia-fse.it il 3 marzo ed il termine ultimo per la presentazione è, o meglio era, il 9 marzo. Appena sette giorni, festivi inclusi, per preparare la documentazione necessaria ed aggiornarsi sui progetti in corso d’opera da diversi anni. Il tutto per poche ore di lavoro con contratto di collaborazione di professionisti con partita Iva, e senza previsione di assunzione futura.
Dunque, o le persone dovrebbero sempre tenere nel cassetto tutti i documenti richiesti da inviare con tempi strettissimi per un’eventuale posizione di fotocopiatore di ruolo, o il bando rischia di assumere l’importanza di una pura formalità.
È lecito quindi chiedersi il fine di un bando pubblico su un progetto attivo da diversi anni e di cui in pochi conoscono l’esistenza ma soprattutto gli obiettivi raggiunti in quest’arco di tempo. Informazioni che sembrano essere riservate ad un’elite di addetti ai lavori che possono contendersi anche contratti di poche migliaia di euro.
Contrariamente a quanto avviene nel resto dell’Europa, dove i bandi di questo tipo rimangono aperti per un minimo di 15 giorni e i progetti cofinanziati vengono pubblicizzati e resi noti ad un pubblico oggettivamente più ampio, la giungla della gestione dei fondi europei non sembra avere fine in Sicilia. Eppure si sbattono i piedi quando da Bruxelles vengono diminuiti i fondi a causa dell’inadempienza e della scarsa trasparenza della nostra Regione. L’importante è puntare sempre il dito contro l’amministratore geograficamente più lontano, e popolarmente meno conosciuto.
Ultimo appunto: chiunque sia riuscito a partecipare al bando ha dovuto far pervenire la propria candidatura a mano o via raccomandata a/r con il timbro postale non facente fede, perché la posta elettronica, ancorché certificata, è un futuro illuminato da una stella lontana (tanti) anni luce.
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