«Sono stato bene a Pescara per tre anni, ma Palermo è la mia città. È una partita che non ha senso e significato, ma è giusto che si giochi perché il campionato deve pur finire. Acquisisce un senso soltanto se si fanno giocare i giovani, per cominciare anche a programmare la prossima stagione». A presentare la gara di stasera tra due squadre già retrocesse come quella abruzzese e quella siciliana è l’ex difensore palermitano Francesco Galeoto. Palermitano di nascita, ha indossato la maglia della squadra della sua città per tre stagioni. Tre anche gli anni in cui il classe ’72 ha giocato nella squadra biancazzurra. Due squadre già retrocesse da diverse settimane, una gara dunque in cui in palio c’è ben poco se non un pizzico d’onore: «Gli stimoli possono trovarli sicuramente i giovani – spiega Galeoto a Meridionews – perché si tratta pur sempre di una partita di serie A. Il Pescara, nonostante tutto, ha un allenatore che punta tanto sui giovani, ma anche lo stesso Diego (Bortoluzzi, ndr) domenica scorsa ha fatto giocare un classe 2000, quando è così le motivazioni arrivano da sole».
Con la vittoria di domenica scorsa, Bortoluzzi è diventato il migliore dei cinque allenatori stagionali di questo Palermo: «Conosco bene Bortoluzzi, perché quando ho giocato a Treviso in A, con Cavasin come tecnico, lui era l’allenatore della Primavera. Voglio fargli un grosso in bocca al lupo per il finale di questo campionato e, speriamo, anche per il prossimo». I rosa, intanto, arrivano in Abruzzo dopo diversi risultati utili consecutivi che però non hanno cambiato l’esito nefasto di una stagione che è sembrata nata male sin da subito: «Il Palermo arriva a questa gara da tre risultati positivi – continua l’ex difensore –, spero che si possa continuare su questa strada. Sono contento per Diego e spero che lo possano confermare in panchina per il prossimo anno con una buona squadra che possa puntare a vincere il campionato. Penso inoltre che il Palermo può andare a vincere a Pescara». Nonostante anche i biancazzurri siano retrocessi, il loro reparto offensivo è abbastanza temibile per una difesa come quella rosanero che quest’anno ha concesso tanto: «Il Pescara ha attaccanti forti e giovani come Caprari, che è un giocatore che mi piace tanto. Nel Palermo non so indicare chi potrà essere decisivo, magari potrà esserlo proprio qualche giovane».
Le gare contro Pescara ed Empoli porranno fine all’esperienza del Palermo in serie A, ma a questo punto occorre già pensare alla prossima stagione: «Appena finisce il campionato intanto bisognerà ufficializzare l’allenatore e cominciare a programmare la costruzione della squadra che il prossimo anno giocherà in B. Come prima cosa però bisogna risolvere le questioni societarie, perché altrimenti non si va da nessuna parte. Il campionato di serie B è difficile e lunghissimo, risalire non è semplice. Se si vuole puntare a tornare subito in A bisogna cominciare a programmare già da adesso. Questa piazza però merita la serie A». A proposito di cambio al timone della società, due sono i personaggi che stanno lavorando sulle varie tappe: «Zamparini lo dobbiamo sempre ringraziare per il calcio che ci ha fatto vedere negli anni passati. Baccaglini per adesso non si è capito ancora che tipo sia. A noi palermitani interessa solo che il Palermo abbia un presidente con voglia di investire e di riportare subito la squadra in serie A». In queste settimane si è però fatto strada il timore che tutto possa essere un grosso buco nell’acqua: «I tifosi si arrabbierebbero molto. Purtroppo ancora non si sa nulla di concreto – conclude Galeoto –, ma se questo passaggio di proprietà non andasse a buon fine per il Palermo sarebbe dura».
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