Con quaranta minuti di ritardo rispetto all’orario prefissato per l’inizio dei lavori in aula, è il vicepresidente del Consiglio comunale di Catania (e tra gli aspiranti futuri sindaci della città) Lanfranco Zappalà ad aprire la seduta nell’aula consiliare di Palazzo degli elefanti. L’ordine del giorno vede al centro il Documento unico di programmazione 2022/2024, un fondamentale atto propedeutico all’adozione del Bilancio di previsione dell’ente comunale. Fatto l’appello, con 21 presenti si apre la seduta.
A prendere la parola per prima sul tema è la dirigente comunale Clara Leonardi, per spiegare l’importanza del Documento unico di programmazione che serve «per rendere più fluida la definizione del quadro strategico e operativo all’interno del quale l’ente è chiamato a operare». In pratica, Il Dup traduce gli obiettivi in misure numeriche. «Senza quadratura degli obiettivi di Bilancio, infatti, il Dup non può essere approvato», sottolinea Leonardi che ha anche contestualizzato il documento in questo momento storico segnato da dissesto, bilancio stabilmente riequilibrato, il Covid, aumento dei costi di discarica (che hanno portato all’aumento del 18 per cento della Tari, la tariffa dei rifiuti) e rincaro dei costi dell’energia. «Questioni esogene che hanno apportato modifiche, ma si deve comunque adempiere a quanto richiesto nel piano di risanamento», chiarisce la dirigente in merito al corposo documento che è stato già approvato in giunta.
«Il documento lo voto ma mi astengo – esordisce il consigliere comunale del Movimento cinque stelle Graziano Bonaccorsi anche di fronte al commissario straordinario Federico Portoghese – perché mi aspetto che l’amministrazione faccia passi in avanti per trovare soluzioni a problemi quotidiani della città, a partire dalla gestione dei rifiuti con la differenziata che in alcune zone ancora non sta funzionando. Se così non fosse, non solo farò opposizione ma renderò impossibile il procedere dei lavori in aula». Un intervento dello stesso tenore è quello del consigliere comunale di Prima l’Italia Giuseppe Gelsomino: «Parlare del Dup vuol dire parlare di tutto», dice prima di elencare alcune criticità che riguardano la città. Anche lui parte proprio dai rifiuti, per arrivare a una richiesta precisa: «Chiedo al commissario di prendere un impegno già a partire da questa sera per la rotazione di tutti i dirigenti comunali».
Una richiesta non sposata dal presidente della commissione Bilancio Santi Bosco che prende parola subito dopo per esternare il proprio disappunto per non avere ricevuto la parola per primo dopo l’esposizione di Leonardi da parte di Zappalà. Come invece era sempre accaduto quanto a presiedere l’aula era Giuseppe Castiglione che, la scorsa settimana, dopo la sua elezione a deputato all’Ars nella lista Popolari e autonomisti, si è dimesso dal suo ruolo in Consiglio comunale. Un intervento di carattere più tecnico è quello fatto subito dopo dal consigliere del gruppo misto Salvo Di Salvo. «L’evasione in città è pari a circa il 40 per cento, si incassa meno e bisogna comunque trovare un modo per fare fronte ai costi. Quali sono gli strumenti messi in campo per risolvere questa questione?», è l’interrogativo lanciato dal consigliere.
A tornare sul Dup è poi il consigliere di Catania 2023 Manfredi Zammataro: «Si tratta di un atto che pone le basi per una programmazione futura, nella speranza di poter portare nuovi investimenti determinanti. Abbiamo bisogno di risorse nuove che si sentano parte di un progetto a lungo termine». L’auspicio di Zammataro è che si possa arrivare a nuove assunzioni all’interno della macchina amministrativa. «Non si può continuare a trovare giustificazioni per servizi che non vengono erogati di fronte a cittadini che pagano le tasse e, giustamente, li pretendono», conclude prima di annunciare che il suo gruppo voterà favorevolmente il documento. Con questo si chiudono gli interventi da parte dei consiglieri comunali. Dopo alcune precisazioni della dirigente Leonardi, suona la campanella e si passa alla votazione che dura appena qualche minuto e viene chiusa. Ma, per mancanza di numero legale, si rinvia.
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