Il difficile connubio tra donne e spot

Ahimè, che disdetta! Pare davvero impossibile rilassarsi davanti alla tv e non solo per i discutibili palinsesti, ma anche per certi spot che fanno incursione nella mia serena solitudine costringendomi ad una serie di riflessioni che vorrei porre alla vostra attenzione, care lettrici.

Donne e pubblicità… che matrimonio spesso doloroso, in verità mi ricorda a tratti il mio, pardon! E pare non sia giovato a molto nemmeno l’aver archiviato tra le nefandezze televisive quella ragazzotta che in occasione di ogni ciclo mensile decideva: a) di buttarsi col paracadute; b) di fare una gita in moto (detto per inciso, mi sono sempre domandata perché la cosa dovrebbe essere interdetta alla donna mestruata; ho provato a chieder lumi al mio ginecologo, ma dalle risposte avute ho finito col comprendere che l’interdizione dai veicoli a due ruote rientra nello stesso ambito che vieta alla donna mestruata di toccare i fiori o di congiungersi carnalmente con un uomo per non contaminarlo e farlo sfiorire, ops!, come i timidi gigli del mio vaso).

C’era uno spot qualche tempo fa che mostrava una mamma di mezza età e una figlia trentenne impegnate in un’amena passeggiata in montagna. La mamma, accorgendosi che la figlia era rimasta qualche passo indietro (la rivincita delle cinquantenni forse? Oh, che bello, c’è speranza anche per me!) aspettava la figlia e, con lo sguardo bonario di chi sa già quale sia il problema e come si possa risolvere, confidava all’apparentemente riservata figlia che era ben conscia dei fastidi provati e dovuti addirittura… alla secchezza vaginale. Cielo, e io che credevo che la povera ragazza arrancasse per la scarsità d’ossigeno dell’altura unita ad un probabile abbondante consumo di tabacco! Lo spot continuava con la presentazione dello spoetizzante prodotto per lenire i problemi intimi delle donne che, usandolo, potranno finalmente arrampicarsi in montagna e, s’intende, da qualsiasi altra parte senza soverchi problemi. Dal mio ritiro agreste non saprei dirvi davvero quale possa essere l’entità del problema in una circostanza così… alpinistica, direi; ma a tutta prima mi vien di pensare che forse non è esattamente durante una passeggiata in montagna che il problema della protagonista dello spot sarebbe più pressante.

Devo dire che la cosa mi lasciò di stucco: quale mente di pimpante creativo ha pensato che fosse ora di mettere in piazza quelli che un tempo erano i più o meno “deliziosi” misteri della femminilità altrimenti celati da satin e merletti? E perché, di contro, non ci sono spot, perdinci!, che ci parlano degli immagino altrettanto angosciosi problemi intimi di uomini nerboruti ma, magari, fimotici o con ipertrofia prostatica o disfunzioni erettili? Ci sarà bene uno specifico anche per questi virili inconvenienti, no?

Ma è la delicatezza della nostra persona a guidare la mano del creativo, s’intende, quella naturale pudicizia e quell’innata ritrosia che rendono sgomenta anche l’altra altrimenti ardita alpinista, quella che affronta la roccia a mani nude ma teme la lente a contatto, la miserella! Immaginate forse che ad un uomo sarebbe potuto nascere un simile terrore per un minuscolo corpo estraneo in un occhio?! No, di certo, si vede bene che la miopia è femminile e, dunque, problema riservato solo alle donne. Ché gli uomini restano quelli che non devono chiedere mai… nemmeno alla loro vista!

Un altro spot inquietante presentava qualche tempo fa un modello di donna talmente incredibile che strabuzzai gli occhi fino ad averne un’insopportabile emicrania: una serie di inarrivabili signorine raccontavano di esser rimaste chiuse in un treno fermo mentre fuori si bitumava la strada adiacente. Nel vagone, dalla bocchetta dell’aria, entrava un odore “acre” (così dicevano) e loro, per arginare il problema decidevano di coprire la bocchetta con un assorbente igienico di ultima generazione capace nientemeno di “controllare gli odori”. Poco dopo entrava nello scompartimento un giovane ed avvenente uomo che, sedendosi tra loro, scorgeva “l’oggetto misterioso” (agli uomini, si sa, è interdetta la visione di tali fedeli compagni della donna) posto sulla bocchetta… e lì isteriche risatine a sancire la diffusa ocaggine delle fanciulle. A parte il solito commento sulla disarmante rivelazione che le donne in “certi giorni” puzzano, pardon, emanano odori sgradevoli, e glissando sul fatto che, nei treni italiani, per coprire gli odori molesti bisognerebbe procedere forse ad un intero incartamento dei vagoni con appositi assorbenti, mi domando chi abbia pensato il finale di questo spot in cui le ragazze in questione commentano che certe cose si fanno senza pensarci perché se solo ci pensassi un attimo non le faresti. E appunto… era proprio il caso di non farla un’idiozia del genere!

Ma ciò che mi ha davvero sgomentata è quell’attacco alla condizione delle single di mezza età ormai sulla buona strada per diventare “bruttine stagionate” rappresentato da un’altra pubblicità: alcune immagini presentano una ragazza imbranata su una spiaggia, poi una ragazzetta impacciata davanti allo specchio… mentre la voce fuori campo commenta  – sia pur con eloquio più forbito –  qualcosa che suona più o meno “ci sono giorni in cui ti senti una schifezza, ci sono giorni in cui sei orrenda…”. Poi, la scena finale, mostra il brutto anatroccolo fattosi una bella giovane signora in perfetto completo da cocktail che, in una splendida cucina da oltre 8000 euro, prepara la colazione al maritino (che in questo caso è un uomo che chiede eccome; è infatti al momento della colazione che la virilità vacilla, bambine mie: c’è il maschio intollerante al lattosio e quello che senza le gocciole di cacao amaro nei biscotti non se la sente di affrontare leoni e coccodrilli, attività alla quale, come sappiamo, sono dediti abitualmente tutti i nostri compagni) che, sorprendendola alle spalle con un bacio sul collo, le strappa finalmente il sorriso che le mancò da ragazzina goffa, da adolescente imbranata, da donna sola e la voce fuori campo commenta pressappoco: “poi finalmente è arrivato l’equilibrio”. Vedete bene, mie care, come lo spot sancisca la condanna della vita da single. Secondo la filosofia del Mulino Bianco, infatti una qualsiasi scelta di libertà è una scelta di solitudine che destina la donna sola, la quarantenne in carriera, la studentessa vispa, la scrittrice solitaria, la viaggiatrice infaticabile, la zoologa on the road a restare imbranata o brutta o non equilibrata e, in ogni caso, senza alcuna speranza di felicità.

Se invece anche voi come me siete oppresse dall’idea di ritrovarvi alle 7 del mattino in una cucina stile country bardate come “Barbie Magia della Festa”, vi prego, spegnete subito la tv per evitare che lo spot successivo vi mostri come comportarvi se la diarrea vi sorprende mentre siete a passeggio in un parco, in autunno, che vi fa tanto Wynona Rider!

 

Zia Manu

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