Esprimo grande disagio e preoccupazione per la scelta operata dall’Università di Catania di non attivare nel prossimo anno accademico, 2009-2010, nella sede di Ragusa, l’iscrizione ai primi anni dei corsi di laurea svolti dalle facoltà di Agraria, Giurisprudenza, Lingue e Letterature Straniere, Medicina e chirurgia.
In questo momento così difficile e importante per la stessa sopravvivenza della realtà universitaria, ribadisco la sincera e convinta vicinanza, mia e di tutta la comunità ecclesiale diocesana, agli studenti e alle loro famiglie, che subiranno di fatto una grave penalizzazione a causa di tale scelta. Tante famiglie, per la crisi economica in atto, non potendo sostenere le spese connesse al trasferimento in altra sede, potrebbero vedere compromessa la possibilità di far perseguire ai figli un livello alto di formazione e un adeguato titolo di studio.
L’Università a Ragusa è una realtà ormai viva e avviata, come dimostra la presenza dei suoi quasi 3.500 studenti, con un trend in crescita, soprattutto per i corsi di laurea più peculiari nel panorama non solo siciliano, ma anche nazionale.
Come valutare un intervento che chiude, in maniera indiscriminata, una esperienza dimostratasi nel suo insieme chiaramente positiva?
Lealtà e correttezza sono due grandi valori per la crescita della società civile e perché lUniversità svolga il suo essenziale compito educativo.
Voglio sperare che il Magnifico Rettore dell’Università di Catania riveda la sua decisione, permettendo alla sede di Ragusa di crescere e svilupparsi in modo coerente alle effettive esigenze del territorio, e ai nostri giovani di migliorare la loro formazione umana, culturale e professionale.
Ragusa, 11 giugno 2009
Paolo Urso – vescovo di Ragusa
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