Il comunicare l’arte e l’arte di comunicare

Anche quest’anno Catania, e più precisamente l’Auditorium della Facoltà di Lettere dell’Università di Catania, nell’ex Monastero dei Benedettini, ha ospitato la terza edizione di CulturMed  (11-12 aprile 2005), Conferenza mediterranea sulle strategie di marketing e comunicazione per i musei, i beni culturali, le città d’arte, le biblioteche ed il turismo culturale.

 

Tale conferenza, evento europeo più importante del settore, si snoda durante tutto l’anno, attraverso un network di conferenze tematiche, che toccano appunto Catania, come prima Malta e  San Francisco, per poi continuare il suo percorso ad Indianapolis, Barcellona ( marketing per biblioteche ed archivi) e Lisbona.

Come ogni anno, l’evento è stato organizzato da Mario Bucolo, creatore dal Portale mondiale sui musei Museumland.net (edito dalla catanese ABIS MultiCom srl) coaduviato da Ledo Prato, segretario generale di Mecenate 90, con il patrocinio della Regione Siciliana, del Comitato Nazionale ICOM e del Centro Unesco di Catania, e grazie al supporto del Comune di Catania (Assessorato alla Cultura), Provincia di Catania (Presidenza), Azienda Provinciale Turismo Catania, Camera di Commercio Catania, Ambasciata del Canada.

 

CulturMed ha visto la partecipazione di economisti, esperti di comunicazione e marketing, amministratori e soprintendenti delle principali città d’arte e direttori di musei italiani ed europei, con interventi che hanno riguardato anche il settore no-profit, delle biblioteche (in preparazione dell’evento di Barcellona) e dei media che si occupano di cultura. 

Dalla conferenza di quest’anno, un po’ sotto tono rispetto alla scorsa edizione, si possono trarre alcuni spunti di riflessione, –  relativamente  agli storici problemi connessi alla valorizzazione e alla promozione dei beni culturali e museali delle diverse realtà territoriali – quali: la necessità di ingenti investimenti, e quindi l’insufficienza dei proventi ricavabili dalla fruizione del bene stesso e dai contributi pubblici, con la necessità di reperire gli ulteriori fondi attraverso sponsorizzazioni e sostegni privati, che vanno inquadrati in una sorta di “imprenditoria culturale”; la difficoltà di dialogo e collaborazione da parte degli operatori privati e pubblici che si occupano di cultura;

 

insieme ad alcune priorità quali:  la necessità di creare dei sistemi, dei  “distretti culturali” oltre che dei “distretti industriali”, entrambi  ben identificabili con un marchio che sia garanzia di qualità ed esclusività; l’importanza del turismo culturale quale volano di riqualificazione urbana e soprattutto di sviluppo economico;  l’esigenza  di creare in ogni contesto territoriale una determinata immagine culturale che deve essere comunicata efficacemente e instillata nei potenziali turisti, in termini di posizionamento; il puntare maggiormente sull’arte contemporanea, sull’attrazione e organizzazione di grandi eventi, speculari per la diffusione della propria immagine turistica; il tema della riconversione industriale; l’imperativo di una pianificazione strategica degli interventi da realizzare nell’ambito del settore turistico-culturale.

 

Da segnalare in particolare il caso di Torino e dei comuni che ospiteranno le prossime olimpiadi invernali del 2006, che parallelamente ai giochi daranno vita alle olimpiadi della cultura, idea veramente innovativa e originale.

Tra le città emergenti culturalmente come Brescia, La Spezia, Torino e Ravenna, non figura certamente Catania, alla quale non basta ospitare simili conferenze per potersi fregiare del titolo di baricentro mediterraneo per il marketing e la comunicazione dei Musei, dei beni culturali e del turismo culturale: tante infatti appaiono le contraddizioni, in una terra a forte vocazione turistica ed artistica non sapientemente  pianificata sostenuta e strutturata. Pensiamo al castello Ursino, da anni caduto nell’oblìo e nella noncuranza, pensiamo agli esigui e poco attrattivi musei presenti nella città, per giunta spesso chiusi quando invece non dovrebbero esserlo.

 

Appaiono in secondo piano tutte le possibili motivazioni che non permettono a Catania di essere tra le principali mete turistico-culturali, che non siano collegate ad una negligenza politica: Come si spiegherebbe altrimenti che alcune città, edificano con successo un’immagine culturale e turistica basandosi su pochi elementi, e Catania invece, culla dell’arte classica e barocca, non riesce ad avere una sua impronta artistica ben definita e conosciuta a livello nazionale ed internazionale? Non certo per la scarsa professionalità esistente sul territorio!

La conferenza, con l’obiettivo di realizzare un confronto diretto tra la realtà siciliana e quella nazionale, Europea, America e Africana, non fa altro che rimarcare la distanza tra noi e gli altri contesti culturali  maggiormente attivi in questo campo.

 

 

 

 

Links utili
www.culturmed.info
www.abis.it
www.museumland.com

Fabrizio Rubino

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