Move, il car sharing per persone con ridotta mobilità Idea di cinque studenti: «Abbattere ogni barriera»

Un progetto mirato che vuole diventare realtà: è Move, servizio di car-sharing per persone con ridotta
mobilità. L’iniziativa, premiata al CLab di Catania e su scala nazionale, è stata ideata da un gruppo di
studenti e studentesse dell’università etnea. «Vogliamo abbattere qualsiasi barriera e permettere a chi ha ridotte capacità motorie di raggiungere
facilmente qualsiasi posto, senza sacrifici da parte di parenti o assistenti». Questo è l’obiettivo di Giuseppe, Francesca, Cristina, Letizia e Vito, cinque studenti under 30 provenienti da
quattro dipartimenti diversi. Da marzo 2019 hanno messo insieme le
loro competenze per dare vita a una start up fondata sul drive sharing: servizio di mobilità urbana
su prenotazione

«Inizialmente ho coltivato l’idea insieme alla collega Francesca Falcone all’interno
del corso di Imprenditorialità e business planning, dove ci venne chiesto di sviluppare un progetto – racconta a MeridioNews Giuseppe Ottone, studente di Economia -. L’idea ci è venuta notando un ragazzo col gesso che
aveva bisogno di organizzarsi con sua madre per tornare a casa alla fine delle lezioni. Indagini verbali
e questionari ci hanno messo davanti diverse persone con una quotidianità complicata, i cui genitori in qualche caso hanno dovuto abbandonare il lavoro per assisterli». 

Move, questo il nome del progetto, sarà una piattaforma composta da driver, che mettono a
disposizione delle automobili attrezzate, e dagli utenti che ne fanno richiesta per raggiungere qualsiasi località, attraverso un’applicazione pagabile con un abbonamento. «Abbiamo già contattato
Olmedo Catania, ditta che possiede veicoli per diversamente abili e che si occupa di trasporto – prosegue
Giuseppe – I Comuni di Catania, Aci Castello e Vittoria ci hanno dato loro disponibilità, così come la
Regione siciliana: ma prima di potere formalizzare il tutto dobbiamo costituirci come azienda. Adesso
sono aperte le candidature per la figura di sviluppatore». 

Il progetto è stato presentato
Contamination Lab Catania, contest che mette insieme le idee di studenti, imprenditori e docenti di
tutta la regione. Qui, lo scorso giugno, il progetto si è classificato terzo, ottenendo l’ammissione al
concorso nazionale, dove Giuseppe e compagni si sono classificati al secondo posto, con un
premio di 2500 dollari
dall’ambasciata americana in Italia.
«La partecipazione ai CLab con i premi raggiunti ci ha spronato ad andare avanti– afferma Francesca -.
Move è la soluzione ad un problema che molti, anche per imbarazzo personale, non richiedono.
Vogliamo offrire un servizio normale, non categorizzato: senza autobus, ma con delle automobili
attrezzate. Adesso stiamo partecipando a bandi e manifestazioni d’interesse per concretizzare
l’iniziativa».

I compagni di viaggio di Giuseppe e Francesca hanno deciso di collaborare a Move durante il
Contamination Lab catanese. «Avevo già in mente un’iniziativa simile. Chi vuole accedere a questi
servizi, spesso, deve fare i conti con la burocrazia – sottolinea Cristina Morabito, studentessa di
Matematica – per questo, quando ho scoperto il progetto, non ci ho pensato due volte a dare il mio
contributo con calcoli e statistiche». Per promuovere Move Catania (questo il nome sui social) non
potevano mancare la pagine Facebook e quella Instagram: «Oltre a presentare il progetto con immagini e
specificità, è stato divertente dare una presentazione di ognuno di noi – sorride Letizia Mannino,
psicologa, già laureata in Scienze della Formazione -. Non ho mancato di dare il mio supporto al
gruppo, per qualcosa che mira a raggiungere il benessere dell’individuo in tutte le sue forme». Per
un grande progetto non poteva mancare un logo. A realizzarlo è stato Vito Amato, già architetto, formatosi a Siracusa. «Il simbolo che ho creato prende forma dalla parola ed è evocativo al tipo di
servizio che vogliamo offrire – osserva – Mi sono sempre appassionato di ciò che non conosco e
questa è stata un’altra scommessa che ho intrapreso con molto interesse».

Carmelo Lombardo

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