Il calcio trova un capro espiatorio: la Nocerina. Minacce e camorra passano in secondo piano

di Gabriele Bonafede

In ventitré pagine di cervellotica sentenza sul “processo-Nocerina” (link pubblicato alla fine del presente articolo) concluso oggi in primo grado, la FIGC non menziona mai, nemmeno una sola volta la parola “camorra”. Complimenti.

E per quanto riguarda i mali del calcio, tanti e inestricabilmente legati a situazioni che spesso nulla hanno a che fare con lo sport, compreso il non chiarito ruolo di certi gruppi di “tifosi ultras”, ecco il tocco di bacchetta magica: tutta colpa della Nocerina.

Non è un bello spettacolo. Anzi, rischia d’essere peggio dell’illecito che si vuole punire. Rischia d’essere inteso come un ennesimo pugno di ferro utilizzato con due pesi e due misure. La Nocerina, per molti versi giustamente, è condannata alla radiazione dal proprio campionato per un evidente illecito sportivo: ha manipolato una partita ancorché per ottenere un risultato di sconfitta “organizzando”, secondo la sentenza, una farsa.

Apparentemente è un illecito molto chiaro, anche se, secondo la difesa legale al processo, lungi dall’essere comprovato e accettabile nelle particolarità dei singoli casi e di responsabilità personale così come nelle eventuali implicazioni sulla “responsabilità oggettiva” della società. La farsa è andata in TV e tale è agli occhi di chiunque abbia visto quelle spiacevoli immagini. Si tratta, secondo l’opinione generale, di una partita volutamente non giocata al fine di evitare un seguito alle minacce dei propri “tifosi” estremisti.

Su questo, in linea di principio, si può essere d’accordo. Ma, ci chiediamo, se la Nocerina è stata punita così severamente per aver “manipolato una partita” al fine di evitare il peggio sotto gravi minacce, allora a cosa sarebbe dovuta essere condannata ad esempio la Juventus per aver “manipolato interi campionati” al fine di vincerli e senza alcuna minaccia subita?  Se si fosse utilizzato lo stesso metro nella pena comminata in rapporto alla gravità e reiterazione dell’illecito, la squadra bianconera di Torino non dovrebbe esistere più: radiata a giammai, bruciata in pubblica piazza e le sue ceneri sparse al vento. Forse, con lo stesso metro di giudizio espresso con la Nocerina, si sarebbe dovuta vietare anche la ricostituzione della cosiddetta “Signora”, la Juventus.

Nocerina, stadio. Foto tratta da “Associazione Nocerini”

Invece non è stato così. Dopo un anno di “purgatorio” in serie cadetta, oggi la Juventus rappresenta persino l’intera Italia in competizioni internazionali. E ci facciamo tutti una figura non proprio esemplare.

Ecco che la vicenda-Nocerina lascia sbalorditi. Con una squadra e una tifoseria (quella vera e che esiste come in tutte le città d’Italia) che ha forti rivalità nei confronti di molte altre, compreso il Palermo, la società di Nocera Inferiore sembra sia stata individuata come capro espiatorio: l’impiccagione esemplare di medievale memoria.

Questo è un giornale di Palermo, ci teniamo a dirlo, e molti dei nostri lettori non hanno simpatia per la Nocerina: c’è una forte rivalità. Ma una cosa è la rivalità, un’altra è una sentenza che lascia perplessi e stupiti gli amici così come i rivali sportivi.

Stupisce soprattutto che la sentenza non spieghi del tutto l’evidente e noto antefatto alla vicenda, vera genesi del ricostruito illecito: le minacce reali subite dai giocatori della Nocerina e che si sarebbero materializzate se fossero scesi in campo in quella partita (Salernitana-Nocerina del 10 Novembre scorso) e che dunque avrebbero finito per “manipolare” pur di evitare danni peggiori, anche d’ordine pubblico.

Immagine di Nocerina Palermo 1 – 2 nell’ultima stagione dei rosanero in C.

I pericoli d’ordine pubblico avrebbero dovuto indurre la Lega Calco, la FIGC, o chi per loro, a rinviare quella partita senza lasciare isolati calciatori e tecnico di fronte alla minaccia circostanziata in un ambiente e un territorio dove, pare, ci siano grandi problemi di criminalità organizzata la quale, a quanto si dice, da quelle parti sia chiamata “camorra”… Qualcosa che la FIGC evidentemente non conosce, nemmeno di nome.

Adesso lasciamo da parte l’ironia. E ricordiamo, come hanno spiegato in tanti (ad esempio questo articolo di Enzo Ciaccio su “Lettera 43” dal titolo “Nocera Inferiore tra camorra, miseria e ultrà”: http://www.lettera43.it/cronaca/nocera-inferiore-tra-camorra-miseria-e-ultra_43675113277.htm), che la vicenda potrebbe essere  molto più complessa.  Camorra e criminalità organizzata d’altro tipo potrebbero entrarci eccome. E non solo a Nocera Inferiore, ma in tanti altri stadi sparsi nella Penisola, purtroppo: al Sud come al Nord dove commistioni di ultrà con tendenze razziste peggiorano ulteriormente il quadro generale dal quale escono di tanto in tanto preoccupanti estensioni al mondo del calcio-scommesse, a possibili pressioni su arbitri, e a tutto ciò che non è sport ma ben altro.

Eppure l’importante, per la FIGC, è che la Nocerina sia punita in modo esemplare…  Per il resto, nel calcio italiano tutto va bene: tout va très bien madame la marquise, tout va très bien!

Link per leggere la sentenza completa:

http://www.figc.it/Assets/contentresources_2/ContenutoGenerico/20.$plit/C_2_ContenutoGenerico_38777_StrilloComunicatoUfficiale_lstAllegati_Allegato_0_upfAllegato.pdf

Gabriele Bonafede

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