Ial Sicilia: “La Regione siciliana restituisca l’accreditamento illegittimamente revocato”

DOPO L’ESCLUSIONE DAL PIANO IFP/OIF, APPROVATO CON DECRETO N.4146 DEL 30 SETTEMBRE SCORSO, L’ENTE FORMATIVO NON CI STA E CHIEDE IL RICONOSCIMENTO DEL DIRITTO ALL’ACCREDITAMENTO.

Escluso lo Ial Sicilia dal Piano regionale provvisorio dell’offerta formativa per l’obbligo di istruzione dei percorsi triennali di istruzione e formazione approvato dipartimento regionale per l’Istruzione e la Formazione professionale e dall’Ufficio scolastico regionale con decreto n.4146 del 30 settembre 2013. Si tratta di progetti formativi indirizzati ai minori in obbligo scolastico e da realizzare da parte degli enti di formazione professionale per l’anno scolastico 2013/2014 nel territorio siciliano.

Erano 8 i progetti di Istruzione e formazione professionale (Ifp ex Oif) presentati dallo Ial Sicilia ed esclusi, secondo quanto riportato nelle premesse al citato decreto, per le motivazioni riportate nel verbale n.2 del 26 settembre 2013 del tavolo tecnico di lavoro.

Cominciano a farsi sentire gli effetti della decisione da parte del Governo regionale di revocare l’accreditamento allo Ial Sicilia? Sembrerebbe proprio di si. Va rilevato che le motivazioni riportate nel richiamato decreto n.4146/2013 non appaiono chiare ed esplicite e rinviino, semmai, a due incontri (del 18 e del 26 settembre) del tavolo tecnico, con contestuale redazione di due distinti verbali. Dalle indiscrezioni raccolte, trova conferma che le proposte progettuali dello Ial Sicilia, a valere sull’Ifp/Oif risultano escluse perché l’Ente è stato destinatario, proprio il 18 settembre scorso, del decreto di revoca dell’accreditamento.

Non si placano, quindi, le polemiche intorno alla decisione assunta dall’amministrazione regionale di revocare, lo scorso 18 settembre, l’accreditamento al più’ grande ente formativo siciliano, lo Ial Sicilia. La questione non sembra affatto chiusa e l’ente è tornato a scrivere all’assessorato regionale al ramo, per rivendicare il diritto alla prosecuzione delle attività. La vicenda resta in piedi almeno fino a quando l’assessorato regionale per la Formazione professionale non chiarisca definitivamente la posizione nei riguardi dell’Ente e sul futuro dei lavoratori e degli utenti delle corsualità.

Fino a quando cioè non pubblichi la graduatoria dei progetti ammessi al finanziamento per l’avvio della seconda annualità dell’Avviso 20/2011 precisando come intenderà procedere per salvaguardare gli oltre 600 dipendenti dello Ial, nell’ipotesi di esclusione dal piano .

Su questa storia, dicevamo, è tornato a scrivere l’ente. Riportiamo il contenuto della nota.

“La vicenda dello Ial Sicilia continua ad assumere contorni incomprensibili. Siamo sottoposti ad atti che a più riprese abbiamo dimostrato essere falsi, non motivati se non addirittura persecutori, in una parola: illegittimi. La dirigente generale della Formazione, dott.ssa Corsello, continua a non rispondere alle nostre richieste, con un atteggiamento che incide fortemente sulle finanze e sulla credibilità del nostro Ente. Sono ormai mesi che il nostro Ente subisce provvedimenti amministrativi che pesano sulla vita dell’ente e sulle condizioni di vita di centinaia di lavoratori che vengono trattati come “carne da macello”. Fino ad oggi abbiamo reagito con i mezzi che la legge ci mette a disposizione per difendere la nostra onorabilità e il diritto ad un lavoro e un salario per i nostri dipendenti. Questa vicenda va conclusa rapidamente con l’unica scelta che eviti un lungo contenzioso civile, amministrativo e penale. Questa scelta è che allo IAL si debba riconoscere nuovamente il diritto all’accreditamento, ingiustamente revocato, perché possa tornare a svolgere il suo ruolo di ente formativo. In piena trasparenza e correttezza amministrativa ciò che si chiede è sacrosanto, nel merito e nel metodo. Noi vogliamo, semplicemente, continuare a fare il nostro lavoro. Chi deve decidere lo faccia e lo faccia in fretta”.

Al di là della decisione che ha spinto l’amministrazione regionale a staccare la spina al più grande ente formativo in Sicilia, ciò che non aiuta a fare chiarezza in questa vicenda è il silenzio inspiegabile su un tema di grande attualità e che potrebbe sfociare in una delicata questione sociale, e cioè il futuro lavorativo di oltre 600 dipendenti dell’Ente impegnati nella filiera degli Interventi formativi. Così come appare interessante conoscere la volontà del Governo regionale circa l’utilizzo del monte ore complessivo (circa 160 mila ore) dello Ial e del collegato finanziamento che supera i 20 milioni di euro. L’idea di trasferire ore e finanziamento al Ciapi di Priolo, sul modello già in corso di sperimentazione per la filiera degli Sportelli multifunzionali sembrerebbe confermare l’intento del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, e del suo Governo di centralizzare risorse, decisioni e personale nelle mani di pochi eletti. Se questo dovesse essere lo scenario, i lavoratori sarebbero garantiti o, come suppongono in tanti, resterebbero precari a vita?

 

 

Giuseppe Messina

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