Se sul fronte regionale i margini d’intervento sembrano ormai limitatissimi, i comitati sorti in questi anni in difesa dei diritti delle persone con disabilità spostano a Roma la loro battaglia. «Il tema – dice Vincenzo Muratore, del comitato Siamo Handicappati No Cretini – è molto ampio e riguarda la necessità di uniformare i servizi a livello nazionale, perché al momento il gap tra Nord e Sud è enorme». E se la Regione non può investire più risorse per i disabili, l’unica alternativa rimane appellarsi a un aumento delle somme destinate a livello nazionale.
Numeri alla mano, ad assorbire il maggior numero di risorse, come più volte ammesso anche dal governo regionale, è l’assegno di cura da 1.500 euro destinato ai disabili gravissimi siciliani. Motivo per cui per far fronte alle disabilità gravi ma non gravissime restano poco più di venti milioni di euro l’anno, sui circa 266 milioni stanziati per la Sicilia, tra fondi nazionali, regionali e comunitari. «Troppo poco – aggiungono ancora dal comitato – per far fronte a una programmazione reale e a interventi seri per il miglioramento della qualità della vita». È così che i referenti delle associazioni sono volati direttamente a Roma per incontrare il sottosegretario al ministero della disabilità, Vincenzo Zoccano, ed esporgli le proposte di miglioramento dell’intero settore, a partire dai fondi, ma non limitandosi soltanto a quelli.
Ad essere assenti dal sistema di valutazione delle esigenze del disabile siciliano, sono ancora una volta le Unità di Valutazione Multidimensionali, in assenza delle quali si naviga a vista. «Gli unici dati su cui ci si basa al momento – ammette ancora Muratore – sono quelli forniti dall’Inps, che non possono essere indicativi per portare avanti uno studio approfondito della situazione reale». Nessuna promessa, al momento, da Zoccano, che ha però assicurato attenzione al documento, definito «molto tecnico, a differenza dei vari documenti arrivati a questo tavolo anche da parte di associazioni che si ergono a grandi conoscitori del mondo della disabilità».
Insomma, appare improbabile che la manovra fiscale per il 2019 a livello nazionale possa introdurre novità determinanti sul fronte delle risorse destinate alla disabilità. «Siamo soddisfatti dall’esito di questi incontri? Ovviamente no – dicono infine dal Comitato -, o meglio non del tutto. Perché dobbiamo constatare che mancano risposte concrete nel breve periodo e che sono state espresse difficoltà per rivedere al rialzo, almeno per il momento, le previsioni di legge finanziaria e di bilancio 2019. In realtà, a nostro parere, sono ancora in tempo per farlo. Lavoreremo con le associazioni nazionali che sono al nostro fianco per decidere in che maniera proseguire questo dialogo ed interlocuzione di rilievo con gli organi di governo senza escludere che, laddove entro 30 giorni dall’incontro non vedremo battere alcun colpo concreto sulla nostra richiesta di implementazione del Fondo Nazionale per le non Autosufficienze, valuteremo insieme a queste e ad altre associazioni nazionali di famiglie l’ipotesi, i termini e le modalità di una manifestazione nazionale davanti ai palazzi del potere romani».
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