Occhiali rotti e gambe gonfie. Girano su Facebook le foto dall’interno di un’ambulanza di un ragazzo Erasmus residente all’Hotel Patria occupato. “Violenza ad unipa: picchiato ragazzo erasmus in una residenza” denunciano nel post i ragazzi del comitato spontaneo di mobilitazione studentesca #idoneiallostudio «a causa dei ragazzi e delle ragazze del Collettivo universitario autonomo Palermo, che inizialmente hanno sostenuto la campagna da studenti universitari, entrando con noi all’interno della struttura, la gestione e la vivibilità del suddetto luogo sono state gravemente compromesse da atti di arroganza, prepotenza e violenza (verbale e fisica), sempre più gravi e frequenti».
#idoneiallostudio si dichiara dunque estraneo alla gestione dei locali occupati ripercorrendo gli sgarbi che sarebbero stati avanzati dal collettivo. «A giugno – spiega Youssef Amraoui, uno dei fondatori del comitato spontaneo – a un certo punto, hanno dichiarato di volere autogestirsi come collettivo staccandosi dagli studenti fuori sede e da tutte le ragioni che avevano portato a legittimare quell’occupazione. I piani sono quattro, ma loro si sono impossessati del secondo. Hanno detto “il secondo piano è nostro”. Quando hanno fatto questa mossa lì (nel secondo piano ndr) c’erano già due fuorisede che non fanno parte del loro gruppo e, rendendogli le cose difficili, cioè chiudendo la porta principale, chiudendo il bagno al secondo piano, facendo quindi proprio una serie di mosse antipatiche per fare capire che non erano i benvenuti, li hanno cacciati via».
Successivamente, continua il post: «dopo un diverbio è avvenuta un’aggressione fisica e oggi, 4 settembre 2020, i ragazzi e le ragazze del Collettivo sono andati nelle stanze occupate da studenti che per ora sono a casa, approfittando della loro assenza, e hanno cominciato a cambiare le serrature, rifiutandosi di parlare con chi in quelle stanze aveva vissuto fino a poche settimane fa (e sarebbe tornato a viverci). Quando Victor, il ragazzo in Erasmus, ha fatto presente che non potevano comportarsi in questo modo, loro hanno risposto aggredendolo, in quattro».
«Noi ce ne andiamo – conclude Youssef – perché non vogliamo avere a che fare con queste persone e siamo disposti a rinunciare proprio a una nostra conquista pur di non nuotare ancora in questo fango. Mi auguro che quel posto continui ad andare a chi ne ha bisogno. Mi auguro magari che anche altri studenti possano prendersi di coraggio e pretendere che il posto deve andare prima ai fuorisede». Intanto dal Collettivo universitario autonomo arriva la smentita. «Nessuna aggressione è avvenuta nei locali dell’Hotel Patria». Si tratterebbe piuttosto di un banale screzio tra studenti residenti nella struttura.
«Apprendiamo dalla stampa di una fantomatica aggressione che si sarebbe verificata all’Hotel Patria autogestito – scrivono in un comunicato – Neghiamo assolutamente ogni accusa, diffidiamo chiunque abbia accostato il Collettivo universitario autonomo a questa vicenda. Da sempre siamo impegnati nella rivendicazione dei diritti degli studenti, primo fra tutti quello di ottenere la riapertura di questo edificio, da anni abbandonato dall’Ersu. Chi ci nomina appartiene ad un comitato che neppure esiste più; molti dei membri, peraltro, hanno nei mesi scorsi abbandonato in vari momenti lo stabile. Dunque non capiamo a quale titolo parlino, visto che già da mesi sono fuori da questa esperienza di autogestione studentesca».
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