Lo scroscio è forte, ma non è quello del fiume. L’acqua invade il sentiero per le Gole dell’Alcantara e nessuno sa dire perché. Anzi, nessuno sa dire di più neppure su questo viottolo di campagna che si incunea fra le millenarie rocce di Larderia. Che comunque, malgrado per qualcuno nemmeno esista, il suo compito lo svolge: condurre sulla spiaggetta che è celebrità del turismo internazionale, provenendo però da una sponda diversa da quella del business fatto di migliaia di ingressi giornalieri.
Il fiume Alcantara, nel suo piccolo, un po’ frontiera lo è. Non solo fra le campagne abbandonate, i borghi spopolati della sua valle, e la ribalta dell’escursionismo di massa, ma anche fra le province di Catania e Messina e i piccoli comuni di Motta Camastra e Castiglione di Sicilia. L’uno competente per la sponda peloritana, quella delle vie d’accesso indicate sulle guide di tutto il mondo; l’altro per la sponda etnea. Da dove spunta la traccia semisconosciuta che adesso rischia pure di scomparire. Lo denuncia Giuseppe Lupo, operatore turistico di Castiglione, attraverso dei video divenuti popolari su Facebook. Immagini registrate mentre, assieme a dei visitatori francesi, si dirige verso le Gole dell’Alcantara utilizzando appunto l’accesso castiglionese. Sul sentiero però scorre l’acqua. Tanta acqua, infiltrandosi anche nei muretti di contenimento, fra le rocce e le radici di alberi e arbusti. E non si tratta di un rigagnolo stagionale, visto che l’estate è ormai arrivata.
Dopo lunghi minuti in cui il gruppo si fa strada fra pozze d’acqua, rocce e sterpaglie, il paesaggio si apre. Eccoci proprio alle Gole, con tanto di turisti in costume che si godono lo spettacolo del canyon naturale sulle cui ipotesi d’origine ancora oggi si discute. La strada c’è e potrebbe dunque essere un utile varco alternativo, nonché gratuito, alla parte del greto dell’Alcantara più visitata. Un appeal non scalfito dagli allarmi sull’inquinamento del fiume, legato al carente sistema di depurazione che gravita intorno al corso d’acqua. Sul lato di Motta Camastra esistono infatti una lunga scala pubblica per le Gole e le strutture private, tra cui un ascensore, del Parco botanico geologico delle Gole, gestito da privati con propri servizi e tariffe. Da tre anni circa, il comune di Motta ha istituito un ticket di 1,50 euro per la scala, introiti da devolvere al mantenimento dei luoghi.
Nel frattempo il sentiero lato Etna viene letteralmente eroso. Così come scorrono via le speranze dell’altro inquilino dell’Alcantara: il Comune di Castiglione che, sebbene le Gole siano anche di sua competenza, sulla carta non vi ha nemmeno accesso. «Da dove arriva tutta quell’acqua che rischia di distruggere tutto?», si chiede Lupo. Una delle ipotesi è che qualcosa sia successo nella sovrastante contrada Ficarazzi, magari l’ostruzione di una vecchia saja usata per irrigare colture oggi sparite. Il flusso così si riversa sulla via dimenticata per il fiume. «Stanno aspettando che il viottolo si interrompa, magari qualcuno vuole proprio questo e ha aperto l’acqua apposta», aggiunge l’operatore. Al sentiero si arriva attraverso un nota incompiuta della valle dell’Alcantara, la strada provinciale 81, arteria che costeggia il corso d’acqua sul lato catanese, anch’essa per lunghi tratti impraticabile se non in jeep.
Chi dovrebbe intervenire? Il sindaco di Castiglione Antonio Camarda prende tempo: «Non sappiamo se il sentiero sia pubblico o privato, ho dato mandato agli uffici di verificare». Nei video una staccionata da pista escursionistica si scorge, circostanza che fa propendere per la prima ipotesi. Sul sito dell’ente Parco fluviale dell’Alcantara, però, nessuna menzione. «Certo è che finora si è perso tanto tempo nella cura del territorio – aggiunge Camarda -. Stiamo cercando di recuperare, sui sentieri abbiamo già aperto un tavolo con la Federazione italiana escursionismo e potremmo ragionare anche sull’accesso al fiume».
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