Come Manifesta promette di cambiare Palermo A partire dalla valorizzazione dei luoghi inediti

Se da gennaio Palermo può fregiarsi del titolo di Capitale italiana della cultura, il merito è anche di un’iniziativa partita ufficialmente sei mesi dopo. È il paradosso col quale ha aperto i battenti Manifesta 12, la biennale nomade d’arte contemporanea, in programma in 20 sedi della città dal 16 giugno al 4 novembre. Ma in realtà il fermento culturale/artistico/turistico a Palermo si respira da mesi, e più ci si è avvicinati alle giornate di apertura più sono aumentate le visite – attesi oltre 100mila turisti che dovrebbero giungere proprio per l’occasione. Oltre 50 gli artisti e i collettivi ufficialmente presenti, anche se con gli eventi collaterali il numero lievita ulteriormente. La cerimonia pubblica ufficiale di apertura si svolgerà oggi, dalle ore 20 a piazza Magione.

Ma quali sono i motivi per cui la giunta Orlando ha spinto così tanto per la candidatura del capoluogo siciliano a ospitare la rassegna – sin dal 2014 (e anche prima in realtà) quando l’allora assessore alla Cultura Francesco Giambrone e l’attuale sindaco festeggiarono la nomina di Palermo? Ufficialmente la ragione principale è insita nella descrizione di Manifesta, che si svolge nelle tre sezioni principali «non in sedi artistiche convenzionali o istituzionali, come gallerie o musei, ma in luoghi iconici, e in parte inediti come spazi espositivi: l’Orto Botanico, Palazzo Butera, Volpe Astuta, la Chiesa di Santa Maria dello Spasimo e Giardino dei Giusti per Garden of Flows’ Palazzo Ajutamicristo, Palazzo Forcella De Seta, Casa del Mutilato, Palazzo Trinacria per Out of Control Room; Palazzo Costantino, Oratorio della Madonna dei Peccatori Pentiti, Oratorio di San Lorenzo, Teatro Garibaldi, Chiesa SS. Euno e Giuliano, Fondazione “Casa Lavoro e Preghiera” Istituto Padre Messina, Costa Sud, Zen 2, e Pizzo Sella per City on Stage».

Con la biennale, insomma, la giunta intende valorizzare luoghi che finora si sono rivelati ostici per le risicate casse del Comune: un esempio su tutti è la Costa Sud, ancora non balneabile nonostante le tante promesse e aspettative. «Non sarà un evento temporaneo» ha promesso Orlando alle centinaia di giornalisti stranieri accorsi ieri alla chiesa di Santa Caterina, in piazza Bellini. Anche se non ha indicato il come. In ogni caso la cerimonia di ieri, svoltasi interamente in inglese, mostra come Palermo sia adesso pronta per attirare i più importanti nomi a livello europeo e mondiale. Tanto che a Palazzo Ajutamicristo si è già visto anche Vittorio Sgarbi. «Soltanto quindici anni fa non sarebbe stato possibile» ha ammesso il primo cittadino. 

È chiaro che Palermo punta sempre più ad attrarre i flussi turistici legati alla cultura, e Manifesta in questo senso copre forse l’unico reale buco della storia millenaria della città, vale a dire l’arte contemporanea. Già da inizio settimana – e il flusso si intensificherà in questo weekend – sono sempre più numerosi i gruppi di persone che girano per la città con gli adesivi e i loghi della biennale d’arte. Un vero e proprio fiume di persone che naviga da un sito all’altro, dallo Zen al Foro Italico. E sono tantissimi anche i palermitani e i siciliani coinvolti in questa esperienza, dalle più svariate figure e denominazioni: tecnici del suono e delle luci, assistenti, project manager, artivisti, consulenti, fotografi. Si lavora in modo serrato giorno e notte, coi tempi ristretti e le inevitabili difficoltà che un evento così complesso comporta. 

Qualche perplessità, a dire il vero, resta sul principale sponsor di Manifesta, l’unico espressamente citato dall’organizzazione. Si tratta di Sisal, il colosso del gioco d’azzardo che opera in Italia con una rete di circa 45mila punti di vendita. E che finanzia la biennale d’arte contemporanea nel Comune che a più riprese si è scagliato contro slot machine, gratta&vinci, lotterie e scommesse online  In realtà la giunta Orlando si mostra, in questo senso, recidiva. Un episodio simile era già avvenuto nel 2016, con l’iniziativa Più Tua Palermo: dieci giorni offerti in quel caso da Lottomatica, con numerosi appuntamenti gratuiti tra spettacoli, riscoperta di antichi mestieri, cultura popolare e visite guidate ad alcuni capolavori artistici. 

Andrea Turco

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