Nel firmamento dei doppi ex di Palermo e Cittadella, squadre che si affronteranno questa sera nel monday-night della quindicesima giornata, c’è anche una meteora passata sulla panchina rosanero. Ezio Glerean, primo allenatore del Palermo nell’era Zamparini, non riuscì a lasciare delle tracce e la sua esperienza alle pendici di Monte Pellegrino terminò all’alba del campionato di serie B 2002/03. Non entrò in sintonia né con l’allora ds Foschi, artefice in quelle settimane del faticoso ‘travaso’ di giocatori da Venezia a Palermo, né con Zamparini, convinto che il rivoluzionario 3-3-1-3 proposto dal tecnico veneto fosse un sistema di gioco troppo rischioso e spregiudicato.
«Cominciai l’avventura rosanero dopo avere finito un ciclo importante al Cittadella (durato sei anni, dal 1996 al 2002, e impreziosito da due promozioni, dalla C2 alla C1 e dalla C1 alla B, ndr). Palermo era il mio sogno – ha ammesso ai microfoni di Meridionews – arrivai con grande entusiasmo e mi è dispiaciuto tantissimo essere rimasto per poco tempo. Il rapporto con Zamparini? Ho conosciuto una persona appassionata. Anche se poi me l’ha tolta, il presidente mi ha dato la possibilità di allenare in una piazza importante e nella quale mi sono trovato bene. Quella del modulo era una scusa, la verità – sostiene – è che altri personaggi che gravitavano intorno a Zamparini volevano che la storia finisse in quel modo. A prescindere dalla sconfitta ad Ancona (fatale al tecnico veneto esonerato dopo quel ko per 4-2 alla prima giornata effettiva e sostituito poi da Arrigoni, ndr), in alcune circostanze come le gare di Coppa Italia contro il Taranto o la sfida contro la Reggina decisa ad un quarto d’ora dalla fine da una punizione di Leon mi sembra di avere dimostrato che era possibile schierare contemporaneamente quattro punte». Parole che esprimono la volontà di togliersi qualche sassolino dalla scarpa: «A proposito del rapporto con Zamparini, ritengo che il calcio debba tornare ai presidenti che, in questo momento, non hanno più la centralità di una volta. Finché il calcio sarà in mano a determinati personaggi (il riferimento implicito è soprattutto ai direttori sportivi, ndr) non si vedranno dei passi avanti. È anche questa una delle cause del flop dell’Italia al di là, ovviamente, della mancanza di buoni giocatori e del ritardo con cui ci si è accorti del gap rispetto ad altre nazioni. Ci sono troppi personaggi che pensano ai loro interessi e che, così facendo, non contribuiscono alla crescita del movimento».
Restando in tema di attualità, Glerean dopo avere riavvolto il nastro della sua storia preme il tasto play sulla gara odierna in programma al Barbera. Una sfida che il sessantunenne tecnico di San Michele al Tagliamento vivrà da osservatore esterno e in qualità di doppio ex: «Il Palermo troverà sulla sua strada una buona squadra come il Cittadella. Il livello generale si è un po’ abbassato rispetto a qualche anno fa. Basti pensare che noi avevamo in organico giocatori come Maniero, Di Napoli e Asta e la Sampdoria gente come Flachi. La distanza tra le prime e le ultime si è ridotta ed è facile, in un campionato di B livellato come questo, trovare formazioni esperte come il Cittadella. Una squadra che gioca bene e, anche se non sta ripetendo il campionato dello scorso anno, abituata al torneo cadetto».
Chiaro il messaggio inviato al Palermo: vietato sottovalutare la compagine allenata da Venturato. I rosanero non possono permettersi di abbassare il livello di guardia se vogliono proseguire il proprio viaggio ad alta quota: «Anche l’anno scorso, nonostante la retrocessione, i rosa avevano dimostrato di essere una squadra dignitosa e adesso stanno confermando il proprio valore in serie B. Un torneo difficile pur essendo molto distante dalla serie A. Il Palermo rientra nel lotto delle squadre che possono vincere il campionato. Ha giocatori esperti ed è guidata da un buon allenatore». Il rendimento convincente della squadra è riconducibile al lavoro che sta svolgendo Tedino: «Viene dalla gavetta ed è un tecnico che, oltre ai giocatori, conosce bene gli uomini. Pur essendo all’esordio in B – sottolinea Glerean – ha maturato una certa esperienza in passato nei settori giovanili. Il valore aggiunto è appunto l’esperienza. Bagaglio che, ad esempio, non hanno diversi allenatori giovani alle prime armi, entrati subito in pista senza un percorso alle spalle».
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